Dietro sua precisa richiesta,
il 15 febbraio 2005 alle ore 15:30,
una rappresentanza dei Comitati del Nord Italia che si battono
contro la costruzione degli inceneritori, costituita dal Clan-Destino
di Forlì, dal comitato “Cittadini per il riciclaggio” di Brescia
e dal comitato “La Fraschetta” di Alessandria è stata audita
presso la XIII Commissione Ambiente del Senato, in occasione
di un’ “Indagine conoscitiva sull’impatto ambientale dei termovalorizzatori”.
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Il 9 marzo 2005 l’Associazione Clan-Destino è tornata a Roma
per far sentire nuovamente la sua voce a proposito di rifiuti.
Questa volta l’incontro è avvenuto davanti a Montecitorio dove,
dalle 11 alle 14, si sono svolti un presidio e una conferenza
stampa per presentare ufficialmente la nascita della RETE NAZIONALE
DI COLLEGAMENTO “RIFIUTI ZERO”: il network nazionale di collegamento
di comitati popolari, realtà di base e associazioni costituitosi
nel 2004 per denunciare e contrastare l'attuale politica di
gestione dei rifiuti, incentrata sull'incenerimento dei rifiuti
urbani e industriali e per proporre soluzioni alternative.
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La protesta e' stata organizzata dal Clan-Destino, e da altri comitati
italiani, in occasione del parere che doveva essere espresso
dalle Commissioni Parlamentari riguardo al Decreto Legislativo
relativo agli inceneritori in ottemperanza al recepimento della
direttiva UE del 2001 sui rifiuti. Passando per la raccolta
differenziata “porta a porta”, un nuovo sistema tariffario che
premi la minor produzione di rifiuti e, infine, un cambio di
rotta nei sistemi industriali e distributivi per ridurre la
produzione di imballaggi non riciclabili ed allungare il ciclo
di vita dei beni di consumo, come obiettivo finale la Rete propone
la strada virtuosa "Rifiuti Zero", concretamente possibile attraverso:
il cambiamento del sistema di produzione delle merci nella direzione
di cicli puliti, un ridotto utilizzo di materia ed energia,
la riduzione dei rifiuti, in particolare quelli pericolosi.
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“Si dice NO ai “termovalorizzatori”, anzi agli inceneritori,
perché tutti, anche quelli più recenti, provocano gravissimi
problemi di salute attraverso le diossine e i metalli pesanti
che rilasciano in atmosfera, mentre si dice SÌ ai "cicli puliti"
di produzione che riutilizzando materiali ed energia, ridurrebbero
lo smaltimento in discarica fino al 70% senza bisogno di ricorrere
all’incenerimento”.
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Il giorno 20 giugno, presso la Provincia di Forlì-Cesena, si è
tenuta una pubblica discussione riguardante il Piano Provinciale
di Gestione dei Rifiuti (PPGR). Nel timore che l’incontro previsto
fosse l’ennesima operazione di facciata messa in atto dall’Amministrazione
Provinciale, il Clan-Destino ha organizzato un presidio-manifestazione
al fine di testimoniare il suo dissenso nei confronti del Piano,
ben conoscendo gli scopi e il bassissimo profilo dello stesso, redatto
ad arte per legittimare la costruzione del nuovo inceneritore
di Hera s.p.a. e per incentivare l’uso e l’ampliamento delle discariche.
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La manifestazione è stata un vero successo ed il gran numero di
persone che vi ha aderito ha reso ancor più evidente il risentimento
suscitato nella popolazione forlivese dalle decisioni prese dalla
Provincia in ambito energetico-ambientale. Nella piazza antistante
il palazzo provinciale erano presenti oltre 150 persone
— rappresentanti di movimenti, gruppi e associazioni, molti semplici
cittadini — determinate a cambiare l’impostazione della bozza
in esame.
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Nel corso del pomeriggio, l'Associazione, nella persona della presidente
Raffaella Pirini, ha consegnato all'Assessore alla qualificazione e allo sviluppo ambientale
Roberto Riguzzi, ben 6214 firme raccolte attraverso la petizione denominata "se firmi lo fermi"...
...per chiedere alle amministrazioni competenti una gestione dei rifiuti proiettata
verso il “porta a porta”, invitando a portare almeno al 50% la raccolta differenziata,
finalizzata al riciclaggio dei materiali contenuti nei rifiuti solidi urbani.
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“Ogni autorità locale, dovrebbe dialogare con i cittadini,
le organizzazioni locali e le imprese private ed adottare un’Agenda
21 locale. Attraverso la consultazione e la costruzione del consenso,
le autorità locali dovrebbero apprendere ed acquisire dalla comunità
locale e dal settore industriale, le informazioni necessarie per formulare
le migliori strategie”.
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