In data 1 maggio 2004 il Clan-Destino inizia una raccolta di
firme per chiedere alle amministrazioni competenti una gestione
dei rifiuti proiettata verso il “porta a porta”, invitando a
portare almeno al 50% la raccolta differenziata, finalizzata
al riciclaggio dei materiali contenuti nei rifiuti solidi urbani.
Nel fare ciò si vuole portare a conoscenza dei cittadini che:
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La gestione dei rifiuti nella provincia
di Forlì-Cesena è “fuorilegge” perché non rispetta la Legge
Ronchi (dlgs 22/97) che prevede il raggiungimento della
quota minima di differenziazione del rifiuto pari al 35%
sul totale del prodotto entro il 2003 e la Legge Regionale
che impone di ottenere il 40% di rifiuto differenziato.
Nel 2004 infatti, osservando i dati del Ministaro dell’Ambiente,
viene raggiunto il 18,6%.
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L’assenza di discussione, definizione
ed attuazione da parte degli enti pubblici di una seria
politica di gestione dei rifiuti urbani, ha comportato un
monopolio decisionale e gestionale da parte dell’azienda
che gestisce lo smaltimento dei rifiuti: Hera s.p.a. Questa
situazione, peraltro paradossale, porterebbe alla necessità
di costruire una nuova linea di incenerimento da 170.000
ton/anno. Inoltre, Hera s.p.a., vorrebbe convincere i cittadini
della bontà e della ineluttabilità di tale soluzione.
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Il portare la raccolta differenziata
ai livelli richiesti rende immediatamente inutile la costruzione
della nuova linea di incenerimento richiesta da Hera s.p.a.,
riducendo nel contempo l’utilizzo del “termovalorizzatore”
già in attività e diminuendo la quantità di rifiuti destinati
alla discarica.
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L’unico sistema valido di raccolta differenziata,
come evidenziato da numerose esperienze, è quello “porta
a porta” attuato in modo da consentire ai cittadini una
corretta separazione dei materiali.
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Ogni cittadino può contribuire alla salvaguardia
dell’ambiente effettuando in maniera corretta e responsabile
la raccolta differenziata e impegnandosi nella riduzione
della produzione di rifiuti.
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Il riutilizzo, il riciclaggio, ed il
recupero di materia prima rappresentano un enorme risparmio
energetico e sono da anteporre allo smaltimento mediante
incenerimento. Come ricordato dalla Corte di Giustizia Europea,
l’incenerimento di rifiuti in un impianto “dedicato” non
può essere considerato come “recupero” nemmeno sotto il
profilo energetico.
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La raccolta differenziata “porta a porta”
richiede un piccolo sforzo da parte dei cittadini e delle
amministrazioni ma farebbe evitare un aumento ingiustificato
di emissioni in atmosfera estremamente pericolose quali
le diossine ed altri prodotti della combustione difficilmente
identificabili e non eliminabili completamente mediante
filtri di qualsivoglia fattura.
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L’inceneritore è un vero e proprio concentratore
di inquinanti.
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L’Associazione inoltre vuole ricordare alla cittadinanza che,
in un sistema dove vigono leggi di mercato, essa, come “cliente”,
ha il diritto di pretendere un servizio di raccolta differenziata
rispondente alle proprie aspettative e quindi che venga attuato
quanto previsto dalla Legge. Bisogna saper sfruttare le esperienze
già collaudate in altre regioni italiane: nei comuni dove questo
servizio viene fornito in maniera adeguata, si è avuta una notevole
riduzione delle tariffe riguardanti la raccolta e lo smaltimento
di rifiuti e un aumento dei ricavi dal riciclaggio degli stessi.
La raccolta firme è terminata, sono
state raccolte 17.261 firme!
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