|
IL PROGRAMMA DELLE OTTO "R"
Rivalutare, ovvero operare
una revisione radicale del nostro attuale sistema di valori.
È chiaro quali siano i valori da anteporre a quelli oggi
dominanti : l'altruismo dovrebbe prevalere sull'egoismo,
la cooperazione sulla competizione sfrenata, il piacere
dello svago sull'ossessione del lavoro, l'importanza della
vita sociale sul consumo illimitato, il gusto di una bella
opera sull'efficientismo produttivista, il ragionevole sul
razionale, ecc. Il problema è che i valori attuali sono
sistemici, il che significa che sono suscitati e stimolati
dal sistema, che a loro volta essi contribuiscono a rafforzare.
Certo, la scelta di un'etica personale differente, come
la semplicità volontaria, può invertire la tendenza e non
è da trascurare. Ma senza una rimessa in discussione radicale
del sistema stesso la Rivalutazione rischia di essere limitata.
Si tratterebbe in un certo senso di riannodare, attraverso
una vera e propria rivoluzione culturale, un legame con
le società primitive, dove “la ricchezza non è fondata sui
beni, ma sullo scambio concreto tra le persone. Ed è perciò
illimitata”.
Ricontestualizzare. Modificare
il contesto concettuale ed emozionale di una situazione,
o il punto di vista secondo cui essa è vissuta, così da
mutarne completamente il senso. Questo cambiamento si impone,
ad esempio, per i concetti di ricchezza e di povertà e ancor
più urgentemente per scarsità e abbondanza, la “diabolica
coppia” fondatrice dell’immaginario economico. L’economia
attuale, infatti, trasforma l’abbondanza naturale in scarsità,
creando artificialmente mancanza e bisogno, attraverso l’appropriazione
della natura e la sua mercificazione.
Ristrutturare, ovvero adattare
le strutture economico-produttive, i modelli di consumo,
i rapporti sociali, in una parola i nostri stili di vita,
in funzione di questo cambiamento di valori. Tale ristrutturazione
sarà tanto più radicale quanto più il carattere sistemico
dei valori dominanti sarà stato sradicato.
Rilocalizzare, ovvero consumare
essenzialmente prodotti locali , forniti da aziende finanziate
localmente. Se le idee devono ignorare le frontiere, i movimenti
di merci e capitali dovrebbero essere ridotti al minimo.
In questo modo si eviterebbero i costi esterni legati ai
trasporti (infrastrutture, inquinamento, effetto serra e
cambiamento climatico) e il famoso vasetto di yoghourt alle
fragole non incorporerebbe più 8000 Km !
Ridistribuire, ovvero garantire
a tutti gli abitanti del pianeta l'accesso alle risorse
naturali e un'equa distribuzione della ricchezza, assicurando
un impiego soddisfacente e condizioni di vita dignitose
per tutti.
Ridurre gli orari di lavoro,
ma anche l'impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre
e di consumare. Si stima che la potenza energetica necessaria
a mantenere un tenore di vita decoroso (riscaldamento, proprietà,
illuminazione, trasporti, beni materiali) equivalga a quella
assorbita da un calorifero che rimanga costantemente acceso
(circa 1 kilowatt). Oggi l'America del Nord (Canada e Stati
Uniti) consuma dodici volte tanto, l'Europa occidentale
cinque, mentre un terzo dell'umanità resta ben al di sotto
di questa soglia. È questo consumo eccessivo che occorre
ridurre per assicurare a tutti condizioni di vita eque e
dignitose.
Riutilizzare le apparecchiature
e i beni d'uso, anziché gettarli in discarica.
Riciclare gli scarti non decomponibili
derivanti dalle nostre attività.
di Serge Latouche
da una proposta di Osvaldo Pieroni
presentata al Forum delle ONG di Rio
www.decrescita.it
|
|
|