febbraio 14, 2011

Ravenna, Conferenza economica: “Siamo ancora forti, uniti ce la faremo”

http://www.romagnaoggi.it/ravenna/2010/12/13/180513/

febbraio 14, 2011

POWERCROP, LA CHIAREZZA CHE NON C’E’.

LE INFONDATE CERTEZZE DI RETINI, IL DRIBBLING DELL’ASSESSORE BOSI, IL SILENZIO COMPLICE DI COLDIRETTI PROVINCIALE: POWERCROP, LA CHIAREZZA CHE NON C’E’.

Lo spettacolo di basso profilo al quale assistiamo continuamente nel corso dei Consigli Comunali evidenzia lo squallore di una maggioranza allo sbando che si ostina a perseguire una politica tracciata dai suoi vertici, che si dimostra essere ogni giorno una gretta commemorazione dell’insostenibilità, sempre più distante dai cittadini e avulsa dal territorio.

Il Sindaco Retini, in veste di sindacalista, già nell’anno 2006 nel discorso tenuto a Fermo in relazione alla riconversione di quello zuccherificio ex Eridania, dichiarava di essere consapevole della volontà degli industriali di voler ricorrere all’utilizzo di biomasse provenienti dall’estero, degli enormi introiti che ruotavano intorno alla costruzione di tali impianti e che queste riconversioni nulla di vantaggioso avrebbero portato agli agricoltori.

Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, nonostante fosse stata chiesta risposta scritta all’interrogazione di S.E.L. per fare chiarezza sulla provenienza della materia prima, l’imbarazzato Assessore Bosi rispondeva oralmente, anche in maniera piuttosto sconclusionata, dichiarando la disponibilità dei contratti per soli 700 ettari sugli oltre 9.000 necessari, lasciando parzialmente soddisfatti i presentatori del quesito.

L’accordo di riconversione del 2007 prevede quale elemento imprescindibile l’indispensabile presentazione della totalità dei contratti di approvvigionamento del combustibile prima dell’ottenimento di ogni autorizzazione, condizione richiesta anche nella domanda di integrazioni formulata al proponente dall’ufficio di VIA della Regione (punto 16, lettera a, Prot. 293978/2008) tutt’ora valida.

Per ovviare a tale carenza di materia prima pare che l’azienda abbia clamorosamente modificato le regole del gioco ricreando nuove condizioni finalizzate all’ottenimento delle autorizzazioni necessarie per avviare la centrale, dichiarando l’iniziale e prevalente utilizzo di sfalci forestali e posticipando ad impianto ultimato la raccolta delle sottoscrizioni dei contratti per l’approvvigionamento dei pioppi. Nell’ Addendum sottoscritto da PowerCrop e dall’Amministrazione Comunale datato dicembre 2009 si riscrivono e si integrano le condizioni, confermando in ogni caso la priorità, e non già l’esclusività, di rifornimento da filiera locale, finalizzate al raggiungimento entro 4 anni dalla data di entrata in esercizio della centrale (DEC) della quota pari all’80% di biomassa reperita nell’arco dei 70 km o proveniente da accordi quadro e/o intese di filiera.

Pare una vera e propria offesa all’intelligenza la misera penale tanto decantata da Bosi e inserita tra le clausole che, attraverso un articolato calcolo numerico, consente a PowerCrop non solo di liberarsi da obblighi dell’utilizzo di biomassa locale in maniera indolore ma addirittura a nostro parere risulta essere un’operazione economicamente conveniente per l’azienda, lasciando intravedere le difficoltà degli amministratori che hanno sottoscritto l’Addendum nel compiere i più elementari calcoli matematici.

In concomitanza con il raduno degli Stati Generali del PD di Bagnacavallo, “casualmente” PowerCrop, nel disperato proclama a difesa della sostenibilità del suo progetto, sulla stampa conferma che l’obbligo della provenienza del combustibile entro i 70 km della filiera corta, sia acclaratamente superato dalla tracciabilità, definita nell’accordo quadro stipulato con CAI e Coldiretti. Quest’ultima al contrario, per voce di alcuni suoi rappresentanti provinciali, in pubbliche assemblee sostiene che la centrale di Russi sia esclusa dall’impegno dell’accordo quadro. Va detto che PowerCrop ha inserito nel progetto dell’impianto di Russi un capitolo specifico riguardante tale accordo quadro: su tale argomento le contraddittorie affermazioni di Retini e le imbarazzate dichiarazioni di Bosi in seduta consigliare pare confermino un aspetto ancora fumoso ed ambiguo che avvolge l’intera vicenda quando mancano ormai pochi giorni alla conferenza dei servizi conclusiva che ne dovrebbe sancire o meno la fattibilità. Perché Coldiretti Ravennate non chiarisce pubblicamente l’esistenza di eventuali malintesi?

febbraio 14, 2011

La centrale di Roncalceci e i dubbi della cittadinanza

Non c’è stato molto dibattito all’incontro pubblico promosso dalla Circoscrizione di Roncalceci circa la costruzione dell’impianto a biomasse in via Stagnino, tra Roncalceci e San Pietro in Trento. Nessuno tra i numerosi cittadini presenti ha, infatti, speso belle parole nei confronti del progetto di una centrale a biomasse da 990 chilowatt, criticato invece da diversi punti di vista.

A presentarlo sono stati l’assessore comunale Gabrio Maraldi e quello provinciale Andrea Mengozzi, rappresentanti degli organi deputati a dare il via libera alla costruzione. Che però hanno spiegato che al momento attuale mancano ancora le integrazioni richieste ai costruttori. “La Provincia è come l’arbitro di una partita di calcio – ha spiegato Mengozzi -, fa rispettare il regolamento senza essere di parte. Se un comune cittadino presenta una domanda per la costruzione di un impianto di questo genere ed è tutto a norma di legge, non lo si può fermare. In ogni caso l’imprenditore farebbe ricorso al Tar e lo vincerebbe, giustamente. Manca la regolamentazione su queste centrali, manca un piano a livello nazionale”.

E’ proprio questo uno dei punti che più infastidisce i cittadini, ha incalzato uno dei presenti: “E’ più facile avere i permessi per costruire un inceneritore che per buttar giù un muro in casa propria”. Gli altri dubbi emersi nel corso della serata riguardavano soprattutto traffico ed inquinamento. Sarebbero oltre 12 mila le tonnellate annue trasportate all’impianto (due camion al giorno) di materie prime (sorgo, pioppo, mais, potature, materiale vegetale di scarto), senza considerare il traffico dovuto alla manutenzione ordinaria del sito. Viaggi che interesserebbero soprattutto la Ravegnana e via Nuova, e che secondo alcuni in una zona di campagna come quella “si sentirebbero molto”. Per la cronaca, il raggio entro il quale può essere reperito il materiale da bruciare è di 70 km.

Il secondo problema, quello dei fumi, è stato sollevato in particolare dagli agricoltori presenti in sala, preoccupati sia per la nocività delle emissioni che per la ricaduta sul territorio della presenza dell’impianto, che renderebbe vani, per qualcuno, gli sforzi fatti per avere prodotti agricoli di alta qualità. C’è chi ha portato l’esempio di produttori alimentari che selezionano i fornitori di materie prime proprio in base alla ridotta presenza di micro e nanopolveri nell’aria e nei terreni coltivati (dai “Campi Valfrutta” alle “Oasi Plasmon”), situazione non possibile con una centrale del genere nelle vicinanze.

Un impianto che non porta neanche occupazione, ha spiegato Cinzia Pasi dell’associazione Clan Destino: “Per far funzionare il tutto serve solo un dipendente, e per qualche ora al giorno. L’unico a guadagnarci è davvero il costruttore, che potrebbe usufruire di tutti gli incentivi statali possibili in questi casi, fatturando milioni di euro all’anno”.

C’è stato spazio anche per la politica, con gli interventi di Alvaro Ancisi (capogruppo in consiglio comunale LpRa), che ha ripetuto le preoccupazioni dei presenti, e Gianluca Palazzetti (coordinatore provinciale Fli), che ha invece criticato la linea della maggioranza di Comune e Provincia: “Il Pd è favorevole alle centrali quando è maggioranza, e contrario quando è opposizione. Come è avvenuto a Bagnara di Romagna col biodigestore. A Russi c’è un’altra situazione ancora. Come Amministrazione politica dovreste dire ai cittadini chiaramente qual’è la vostra linea per un settore strategico così importante”. Alla fine dell’incontro, gli assessori hanno ricordato ai cittadini di raccogliere tutti i pareri e le richieste d’integrazione emerse per consegnarli alla Circoscrizione.

L’impianto
La domanda di autorizzazione per la costruzione dell’impianto è stata consegnata da Cts il 19 novembre scorso. L’11 gennaio di quest’anno si è tenuta la Conferenza dei Servizi, nella quale è stato redatto il verbale consegnato a tutti gli enti con richiesta di pareri e integrazioni. Di qui l’incontro di ieri sera.

L’impianto è costituito da 3 gassificatori, 3 essicatoi, 9 generatori disesel da 110 kilo watt. Il funzionamento previsto è di 8 mila ore annue. Il processo riguarda la produzione, a partire da biomasse, di un gas attraverso la combustione in difetto di ossigeno (pirolisi). Il gas viene poi inviato ai motori diesel, accoppiati a generatori per la produzione di corrente da mettere in rete. Potenza prevista quindi 990 chilowatt, energia primaria 2950 chilowatt termici.

Gli scarichi dei motori diesel verrebbero trattati con marmitte catalitiche, poi convogliati nell’impianto di essicazione della biomassa (ottenendo un recupero termico del calore emesso) e infine inviati alla ciminiera.

Nel sito interessato sarebbero quindi costruiti: l’area silos (100 x 30 metri), un’area servizi, la cabina di consegna e il capannone con l’impianto vero e proprio (80 x 35 x 15 metri).

http://www.ravenna24ore.it/news/ravenna/0013252-centrale-roncalceci-e-dubbi-della-cittadinanza

febbraio 14, 2011

Scelta contro la volontà dei cittadini

Il Movimento 5 Stelle dà “pieno appoggio a tutti i cittadini e a tutte le associazioni che da mesi, anzi da anni, stanno combattendo contro la costruzione della centrale a biomasse e conferma la propria presenza al presidio di domani alle 16.30 a Russi in concomitanza con la seduta del Consiglio Comunale”. I “grillini” intervengono sul tema dell’inpianto russiano.

“Il 28 febbraio – spiegano - la Regione Emilia-Romagna con tutta probabilità darà parere favorevole alla Valutazione d’Impatto Ambientale riguardante il progetto di riconversione dell’ex-zuccherificio Eridania di Russi a Centrale alimentata a biomasse.

Gli agricoltori hanno più volte confermato la loro indisponibilità a coltivare biomasse: è chiaro quindi che se la centrale fosse costruita si dovrebbe alimentare con biomasse provenienti da altre regioni o più probabilmente con materie prime importate dall’estero con un conseguente nonché notevole impatto ambientale”.

Il fatto poi, prosegue il Movimento 5 Stelle, ”che le biomasse da bruciare nella centrale si dovranno trasportare presumibilmente via nave e successivamente su gomma dà l’idea di quanto questo progetto non sia sostenibile non solo dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista energetico ed economico, considerando il basso rendimento di questo tipo di impianti.

Ci chiediamo come mai a Russi sia stata compiuta una scelta così poco ponderata e in evidente contrasto con la volontà dei cittadini quando esistono realtà vicine a noi in cui le amministrazioni locali hanno appoggiato progetti di riconversione più eco-sostenibili o comunque in accordo con la popolazione, come a Bondeno (impianto per la produzione di pasta fresca, piatti pronti, pizza), Pontelagoscuro (trasformati e derivati a base di pomodoro, condimenti, zuppe e derivati della frutta), Fermo (il Consiglio Provinciale e la Giunta hanno bocciato l’insediamento di una centrale analoga).

Siamo molto preoccupati inoltre per la ricaduta dei fumi che l’impianto a biomasse produrrà e che interesserà non solo il Comune di Russi, ma anche frazioni attigue del Comune di Bagnacavallo e frazioni ravennati come Piangipane, Santerno, San Michele, Camerlona, Mezzano.

Invitiamo poi ad una riflessione di carattere più generale: il petrolio costa sempre di più (perché ce n’è sempre di meno), così come aumentano i costi di beni primari come grano, mais, frutta (e le conseguenze le stiamo vedendo proprio in questi giorni in Algeria, Tunisia, Egitto). Siamo proprio sicuri che sia conveniente investire in filiere agro-energetiche, in cui i nostri campi vengono utilizzati per produrre legno da canne e pioppi da bruciare, invece che per produzioni alimentari?

Non converebbe, al contrario, lasciare che gli agricoltori investano su produzioni alimentari di qualità (magari biologiche, incentivandoli) e al contempo insistere sulla produzione di energia da fonti realmente rinnovabili (sole, vento, geotermia)?”.

http://www.ravenna24ore.it/news/ravenna/0013313-centrale-russi-scelta-contro-volont-dei-cittadini

febbraio 14, 2011

Vita. Incenerita.


gennaio 24, 2011

Russi, si dimette l’assessore all’ambiente

gennaio 24, 2011

Russi: “La città è nelle mani di Powercrop”

gennaio 24, 2011

I Dolori del Giovane Balbi: come guarire dall’incertezza politica ?

Si sono ormai  palesate le contraddizioni interne che stanno dilaniando il PD sulla questione della riconversione ed è emerso il differente modo di affrontare  la vertenza ex-Eridania/PowerCrop nei vari territori interessati.  Ne è l’esempio quanto sta accadendo a Luco dei Marsi (AQ) dove l’amministrazione di maggioranza PD sta conducendo una dura battaglia contro il previsto inceneritore di Biomasse simile a quello che si vorrebbe a Russi.

Sul nostro territorio il Partito Democratico sta attraversando un grave momento di crisi politica e sta rischiando di rimanere con il cerino in mano. Così qualcuno all’interno dello stesso PD si sta ponendo in maniera fortemente critica nei confronti della bontà del progetto e le certezze prima solide stanno ora sgretolandosi di fronte ad una sempre più aperta volontà di informarsi in prima persona sulle reali caratteristiche e ricadute dell’impianto di incenerimento.

Alcune sere fa in consiglio comunale a Russi abbiamo avuto una certezza: il giovane e baldo consigliere Balbi, eletto nelle liste dei Comunisti Italiani, per poi uscirne e divenire indipendente, in piena crisi di “incoerenza acuta”, che pare stia mietendo vittime all’interno della maggioranza, dopo aver letto un ordine del giorno a firma congiunta con la consigliera di Sinistra e Libertà Valentina Casali, ha esposto un secondo documento.

Tenuto sotto tiro da una stringente e quasi soffocante Giovanna Facchini, nell’ordine del giorno presentato si è fatto portavoce del PD ribadendo il sostegno della maggioranza politica all’iniziativa industriale di PowerCrop.

Riteniamo quindi doveroso ricordare al consigliere Balbi, forse di corta memoria e di traballante giudizio, che unitamente ai duecento sottoscrittori del ricorso al TAR contro la centrale di Russi appare in elenco anche la sua firma, apposta in maniera assolutamente consapevole poiché presente alle serate informative tenutesi con la partecipazione del nostro legale nella sede della Coldiretti di Russi nei primi mesi del 2008.

Spiace davvero constatare come all’interno della maggioranza PD in consiglio comunale prevalga l’alzata di mano a comando rispetto alla valorizzazione del pensiero soggettivo dei consiglieri. La libera scelta e la valutazione individuale possono e devono maturare a seguito di un percorso di approfondimento personale e non venire imposte da rigidi dictat di partito.

gennaio 24, 2011

Ex Eridania, centrale a biomasse: “VIA” a Febbraio

gennaio 24, 2011

Il legno per la centrale di Russi da dove verrà?

Il Circolo Sinistra Ecologia Libertà Russi di Russi chiede chiarimenti al sindaco sui rifornimenti in legno della futura centrale. “L’accordo di riconversione dell’ex-zuccherificio Eridania prevede che il Comune di Russi, la Provincia e la Regione debbano essere informati da Powercrop, prima che venga concessa l’autorizzazione ad iniziare i lavori, su quanti e quali contratti siano stati firmati con i coltivatori che dovrebbero fornire la legna da bruciare – affermano in un comunicato.

“Contratti che devono riguardare legna coltivata in un raggio di 70 chilometri dalla centrale, vale a dire quello che era il bacino da cui prima arrivavano le bietole per lo zuccherificio. Non ci sembra che questo stia avvenendo. Ci sembra doveroso chiedere al Sindaco quale sia il numero di contratti sottoscritti a tutt’oggi dagli agricoltori, in modo specifico da quelli di Russi, quanta legna forniranno e quale sia il corrispondente numero di ettari destinati a colture di pioppo nel nostro comune. Le norme oggi in vigore consentono a Powercrop di rifornirsi anche ben oltre i 70 chilometri senza perdere i grossi benefici economici che la legislazione garantisce a chi fa ricorso alla cosiddetta “filiera corta”.

Basta che venga firmato uno speciale patto, un “contratto quadro” tra coltivatori e industriali, sulla fornitura della legna. E questo è proprio ciò che ha fatto recentemente la proprietà dello stabilimento di Russi. Ci sembra opportuno che il Sindaco, fin da ora, dica apertamente quali provvedimenti intende prendere nel caso che Powercrop, usando questa nuova possibilità, contraddica l’impegno che ha firmato sui tavoli del ministero di rifornirsi di legna solamente entro i 70 chilometri dalla centrale”.

http://www.lugonotizie.it/main/index.php?id_pag=133&id_blog_post=5059