novembre 21, 2010 |
Raasegna: centrale biomasse Russi |
novembre 21, 2010 |
Raasegna: centrale biomasse Russi |
novembre 19, 2010 |
INCONTRO PUBBLICO – 23 NOVEMBRE ore 20.30 – Forlì |
TAVOLO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE DI FORLÌ
i n v i t a all’INCONTRO PUBBLICO
impariamo come gestire i cosiddetti “rifiuti” per risparmiare
risorse, guadagnare in salute, creare occupazione
novembre 19, 2010 |
INCONTRO PUBBLICO – 23 novembre ore 20.30 |
TAVOLO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE DI FORLÌ
i n v i t a all’INCONTRO PUBBLICO
impariamo come gestire i cosiddetti “rifiuti” per risparmiare
risorse, guadagnare in salute, creare occupazione
novembre 18, 2010 |
Risultati epidemiologici sconvolgenti ed inconfutabili |
RADIO VATICANA – Ieri il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, dott.ssa Zaira Secchi, a seguito delle conclusioni della perizia epidemiologica condotta dal proprio consulente tecnico d’ufficio, dott. Andrea Micheli, dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha dichiarato concluso l’incidente probatorio che era stato richiesto nel 2006 dalla Procura della Repubblica di Roma nell’ambito del procedimento penale indiziario in corso nei confronti dei responsabili della Radio Vaticana ed ha rimesso gli atti al sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Stefano Pesci, che istituirà il processo penale formale. Dopo dieci anni dall’inizio della vicenda penale, i risultati sconvolgenti della perizia epidemiologica (Studio Marconi), durata oltre quattro anni, dimostrano “un’associazione coerente, importante e significativa” di rischio di morte per leucemia o di rischio di ammalarsi di leucemia, linfoma e mieloma per lunga esposizione residenziale alla Radio Vaticana fino a 12 chilometri di distanza da questa.
Il perito del Tribunale ha affermato: “l’eccesso di rischio è clamorosamente alto. …L’effetto è molto importante e non può essere dovuto al caso… I risultati ottenuti sono assolutamente impressionanti. … Non siamo stati in grado di trovare un fattore di causa diverso dalla Radio Vaticana. … Non si può non pensare che lì sia successo qualcosa di importante per la vita di quelle persone, che non è spiegabile con altra causa che non siano le emissioni della Radio Vaticana. … I risultati hanno a che fare con la dislocazione in cui queste persone hanno abitato nella loro vita e questi bambini hanno abitato nel loro periodo di vita. … Livelli così elevati di rischio si riscontrano, nella letteratura scientifica, soltanto negli studi epidemiologici relativi alle zone che hanno subito gli effetti dell’esplosione di una bomba atomica.”
Lo studio di mortalità ha analizzato i decessi per tutte le età avvenuti negli anni dal 1997 al 2003 per quelle patologie ed ha esaminato i 20 anni di storia abitativa antecedenti la data della morte, determinando, fino a 12 chilometri dalla Radio Vaticana, un fattore di rischio di morte per leucemia 4,9 volte superiore al valore atteso oltre i 12 km. di distanza ed un fattore di rischio pari a 1,7 volte se si considerano tutte le patologie tumorali del sistema emolinfopoietico (leucemie, linfomi, mielomi). Tale rischio sale rispettivamente a 6,6 volte e a 2,2 volte fra 6 e 12 km. Questo si traduce in circa 3 casi stimati di morte per esposizione residenziale alla Radio Vaticana per ciascuno dei 7 anni di studio.
Lo studio di incidenza ha analizzato i casi di leucemie, linfomi e mielomi nei bambini da 0 a 14 anni avvenuti negli anni dal 1989 al 2005 ed ha esaminato l’intera storia abitativa individuale antecedente la data in cui si è manifestata la patologia, determinando, fino a 12 chilometri dalla Radio Vaticana, un fattore di rischio di ammalarsi di quelle patologie da 4,1 a 4,7 volte superiore al valore atteso oltre i 12 km. di distanza. Il rischio sale fino a 6,9 volte se si considerano solo i bambini di età maggiore di un anno. Questo si traduce in circa 1 caso stimato di leucemia o linfoma per esposizione residenziale a Radio Vaticana per ciascuno dei 17 anni di studio.
Il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord chiede alle autorità nazionali e locali:
1. l’immediata sospensione delle trasmissioni della Radio Vaticana e la sua delocalizzazione in un luogo in cui non possa accrescere il rischio di morte e di malattie per gli esseri umani, oppure l’abbandono totale di questa obsoleta tecnologia in favore della diffusione satellitare dei propri programmi radiofonici;
2. l’immediato blocco del rilascio di concessioni edilizie nel territorio oggetto di indagine;
3. l’istituzione nello stesso territorio di un controllo sanitario pubblico specifico di diagnosi delle patologie in esame, attraverso cui indirizzare urgentemente gli ammalati nei centri clinici specializzati per la cura;
4. l’istituzione di un registro dei tumori nel territorio oggetto dell’indagine epidemiologica.
Il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord rileva la situazione paradossale in cui si è venuto a trovare in questa triste vicenda il prof. Umberto Veronesi che, da una parte è tenace fautore della prevenzione delle malattie oncologiche (“occorre mangiare meno carne”), dall’altra è passato da Ministro della Salute, durante il cui mandato istituì il Gruppo di Studio Ministeriale che, con il Rapporto ISTISAN 25/2001 dell’Istituto Superiore di Sanità, contrastò duramente i risultati dei primi due studi epidemiologici condotti nel territorio limitrofo agli impianti della Radio Vaticana dall’Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio e dall’Università di Firenze, a consulente tecnico del collegio di difesa dei responsabili dell’emittente della Santa Sede.
novembre 11, 2010 |
Forlimpopoli: “No alla centrale ad olio vegetale” |
“La scorsa primavera, siamo stati contattati telefonicamente dal Sindaco Zoffoli per esprimere la nostra opinione in merito a questa tipologia di progetti, poiché pareva che qualcuno stesse considerando la possibilità di proporne la realizzazione nel suo Comune. La nostra risposta è stata di totale critica negativa nei confronti di questi impianti, perché, al contrario del biodigestore, già autorizzato sempre nella stessa frazione forlimpopolese, questi impianti ad olio vegetale non utilizzano materiali di scarto, ma necessitano di colture dedicate a totale discapito della nostra agricoltura di pregio, a vocazione alimentare. A fine colloquio abbiamo, ovviamente, chiesto al Sindaco di essere informati qualora venisse presentato un progetto con tali caratteristiche, invece, con grande stupore, qualche settimana fa, abbiamo appreso dalla stampa locale, non solo l’avvenuto deposito del progetto, ma la già quasi conclusione delle pratiche autorizzative necessarie” si legge in una nota dell’associazione.
“Sollecitati dai cittadini abbiamo partecipato all’incontro pubblico organizzato dall’Amministrazione Comunale per “informare” ufficialmente la cittadinanza sul progetto, ma di fatto finalizzato solo ad ufficializzare la ineluttabilità dell’impianto. Ci siamo meravigliati nel sentire dichiarazioni, da parte dell’Assessore all’ambiente del Comune di Forlimpopoli, in cui affermava che “tutte le associazioni ambientaliste condividono tale progetto”, dal momento che, per quanto ci riguarda, ciò non corrisponde assolutamente al vero”.
“Come già fatto – dice ancora l’associazione nella nota – non possiamo
che ribadire il nostro totale dissenso alla realizzazione di questi impianti finalizzati ad un mero scopo “speculativo” per imprenditori attratti solo dall’eventuale profitto, a discapito del territorio e delle comunità limitrofe, dal punto di vista sia economico che sanitario. A dimostrazione di ciò ricordiamo che il proponente, spiegando la tipologia di combustibile previsto per tale impianto (l’olio di colza) ha aggiunto che, dal momento che nella nostra zona tale coltivazione è molto marginale, inizialmente, per sopperire alla mancanza di colza egli avrebbe intenzione di utilizzare olio di palma proveniente dal Sud Est Asiatico, in buona pace della filiera corta. Inoltre, è risaputo come in queste aree del pianeta si stiano disboscando intere porzioni di foreste pluviali per fare posto a queste coltivazioni industriali e, dal momento che vi è la quasi totale assenza di controlli sulle coltivazioni dei prodotti, ci chiediamo cosa uscirà dai camini nel momento in cui questi materiali verranno bruciati? Tutto questo è reso possibile anche dal fatto che gli Enti preposti stanno autorizzando tale progetto senza imporre l’obbligo alla presentazione preventiva dei contratti di coltivazione sottoscritti con gli agricoltori”.“L’altra critica – conclude Clandestino – che ci sentiamo di esprimere è che, come troppo spesso accaduto fino ad ora, la cittadinanza viene fintamente coinvolta a decisioni già prese, senza minimamente tenere in considerazione opinioni e proposte che potrebbero scaturire da un reale coinvolgimento. Questo incontro, infatti, è stato indetto a pochi giorni dalla conclusione dell’iter autorizzativo da parte della Provincia, non consentendo quindi ai cittadini di conoscere ed approfondire il progetto per individuarne eventuali criticità e proporre conseguentemente osservazioni e richieste di modifiche. L’Associazione Clan-Destino, che ha sempre cercato di porre l’attenzione sulla tutela della salute e dell’ambiente, intende visionare il progetto e proporre eventuali osservazioni, e comunque fornirà tutta la propria collaborazione ed esperienza alla cittadinanza per cercare di evitare che questo venga realizzato”.
novembre 09, 2010 |
Calisesi (Lega Nord) sulla centrale a biomasse di Russi |
http://lugonotizie.it/main/index.php?id_pag=133&id_blog_post=4452
novembre 06, 2010 |
BOCCIATO UN ODG CONTRO LA CENTRALE |
novembre 06, 2010 |
Ex Eridania, la denuncia dei sindacati |
http://www.lugonotizie.it/main/index.php?id_pag=133&id_blog_post=4376
novembre 06, 2010 |
Russi, la centrale a biomasse spacca il centrodestra |
http://www.lugonotizie.it/main/index.php?id_pag=133&id_blog_post=4383