novembre 25, 2010

Notizie dall’Ue e plastiche riciclate in Toscana

Rifiuti, l’Italia approva il decreto e recepisce la direttiva europea

L’Italia ha approvato oggi il decreto legislativo che recepisce la “Direttiva rifiuti” della comunità europea, appena prima del termine previsto dall’Ue stessa, fissato al 24 novembre.
Tra le novità fondamentali del decreto, che approofondiremo nei prossimi giorni, il ministero segnala l’individuazione di strumenti che consentiranno di ridurre «l’uso di risorse naturali vergini attraverso l’utilizzo di materie prime secondarie derivanti dai rifiuti e introducendo una vera e propria definizione di sottoprodotto, immediatamente applicabile e meno restrittiva di quella prevista dalla legislazione vigente. In tale contesto, ad esempio, saranno stabiliti i criteri con i quali il combustibile derivato dai rifiuti (Cdr) potrà essere considerato una materia prima secondaria e non più un rifiuto, fatto che consentirà di recuperare indubbi ed evidenti vantaggi di ordine ambientale ed economico, quali la CO2 risparmiata e la produzione di energia elettrica. Le materie prime secondarie ed i sottoprodotti costituiranno gli strumenti base per la creazione della società del riciclo e del recupero auspicata dall’Unione Europea».
Altra innovazione contenuta nel provvedimento è l’individuazione degli obiettivi di riciclaggio da raggiungere entro il 2020, riguardanti determinati flussi di rifiuti quali la carta, i metalli, la plastica e il vetro, che consentirà di chiudere il ciclo di vita dei materiali e reintrodurli nuovamente nel settore economico di produzione e consumo; «per raggiungere tali obiettivi, la raccolta differenziata costituirà uno dei principali strumenti utilizzabili, anche se non l’unico» si legge nel comunicato stampa del ministero, che appunto sorvola sugli altri strumenti, senza quali però la rd risulta non finalizzata: ovvero la realizzazione di impianti di riciclo e poi la creazione di un mercato di sbocco per i ri-prodotti fatti in materiale riciclato.
Il decreto sembra abbia posto attenzione anche alla diminuzione della produzione dei rifiuti, che sempre leggendo il comunicato del ministero sarà attuata «attraverso lo strumento della prevenzione dei rifiuti, sia con disposizioni vincolanti che con strumenti programmatici, quale la predisposizione dei programmi di prevenzione».
Infine, non manca un accenno al Sistri. La normativa comunitaria richiede l’adozione delle misure necessarie affinché la produzione, la raccolta, il trasporto, lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti pericolosi siano eseguiti in condizioni tali da garantire la protezione dell’ambiente e della salute umana, ivi comprese misure volte a garantire la tracciabilità, dalla produzione alla destinazione finale, dei rifiuti pericolosi.
In tale ambito, spiega la nota ministeriale «si collocano anche le norme contenute nel decreto relative alla tracciabilità dei rifiuti, che permetterà di conoscere non solo in tempo reale le quantità e tipologie di rifiuti generati in Italia e nelle varie regioni, ma anche la gestione e i movimenti dei rifiuti stessi. E’ stato, inoltre, approntato un sistema sanzionatorio che, in ossequio a quanto richiesto dalla direttiva comunitaria, sia uno strumento efficace sia per la prevenzione che per la repressione dei reati ambientali legati alla gestione dei rifiuti».

Infrazioni Ue, l’italia resta uno dei paesi più inadempienti

Eleonora Santucci

Per l’Italia sono 4 le procedure di infrazione archiviate (di cui 3 concernenti procedure già aperte e 1 ancora allo stadio di reclamo). Nessuna di queste riguarda il tema dell’ambiente che mantiene il primato con 36 procedure aperte. Il numero totale delle procedure d’infrazione a carico del Belpaese è di 139 di cui 100 riguardano casi di violazione del diritto dell’Unione e 36 attengono a mancata trasposizione di direttive nell’ordinamento italiano.
Insomma una serie di infrazioni che riguardano molti settori e soprattutto quelli inerenti al diritto ambientale (oltre le 36 infrazioni che riguardano direttamente la materia dell’ambiente, per esempio 2 riguardano l’agricoltura, 5 l’energia, 22 la salute e 15 i trasporti).
In Italia le normative riguardante i temi ambientali sono per la stragrande maggioranza di derivazione comunitaria, ossia direttive, regolamenti e altro “tradotti” nell’ordinamento italiano. Fra l’altro la corretta e piena applicazione del diritto dell’UE è un elemento cruciale per definire i diritti e gli obblighi creati dal diritto comunitario.
La maggior parte delle norme riguardanti il tema dell’ambiente in Italia sono contenute nel testo unico ambientale, che fin dalla sua nascita (2006) ha subito innumerevoli modifiche non solo dirette, ma anche indirette. Nel senso che molte modifiche al testo sono avvenute attraverso leggi che possono anche non trattare direttamente di ambiente.
Comunque sia, il testo unico è stato redatto con la finalità di chiarire e ordinare la normativa ambientale al fine della sua applicazione. Purtroppo (almeno per ora – il Dlgs 152/06 è ancora in corso di revisione) le operazioni di riordino hanno creato ancora più confusione rendendo difficile l’applicazione e causando una situazione di incertezza del diritto. Una situazione che, oltre tutto, è aggravata dalla violazione delle normative europee da parte dell’Italia. Situazione che si potrebbe anche riproporre a breve se il Bel paese non tradurrà in maniera corretta la direttiva sui rifiuti del 2009.
Il decreto che la recepisce è stato esaminato all’inizio del mese dal preconsiglio dei ministri e sarà sul tavolo del governo fra poco tempo per l’approvazione definitiva. La scadenza del recepimento è il 24 novembre.
Dopo il passaggio in parlamento dello schema di dlgs, e dei pareri emanati dalle camere il decreto è stato modificato in più parti. E le nuove regole sui rifiuti modificano in più punti il testo unico ambientale. Cambiano per esempio, i criteri di priorità di gestione degli scarti, le norme relative al riutilizzo e al riciclaggio, le definizioni relative ai rifiuti, le norme sulla responsabilità del produttore e quelle sull’entrata a regime del “Sistri”, il nuovo sistema informatico e satellitare per la tracciabilità dei rifiuti.

Emergenza rifiuti: la Commissione Ue a Napoli

BRUXELLES. Una delegazione di alto livello della Commissione europea è arrivata stamani in Campania. E queste sono le prime conferme che le promesse di Berlusconi, nonostante gli annunci, sono rimaste tali: «Dopo due anni la situazione non è molto diversa- ha detto il capo degli ispettori Ue, Pia Bucella, a Napoli – . I rifiuti sono per le strade, non c’è ancora un piano di trattamento e gestione della differenziata. Dobbiamo garantire che la nuova direttiva sui rifiuti che entra in vigore il 12 dicembre prossimo e che l’Italia ha già recepita sia pienamente rispettata».
In vista dell’arrivo della Commissione, i presidenti del Partito Verde europeo, Monica Frassoni e Philippe Lamberts, e i vicepresidenti del gruppo Verdi/Ale al Parlamento europeo, Eva Lichtenberger e Raul Romeva e la eurodeputata verde Margrete Auken, che fa parte della commissione petizioni dell’Ue, hanno scritto una lettera aperta al commissario all”ambiente, lo sloveno Janez Potocnik. Ecco cosa dicono i Verdi europei:
«Contrariamente a quello che succede in molte zone di Italia e d’Europa, l’Unione europea è molto popolare tra i cittadini campani che si battono con competenza e capacità di proposta per il loro territorio. Proprio per questo le chiediamo non solo di permettere ai suoi funzionari di incontrare anche i rappresentanti di comitati e gruppi attivi sul territorio e che già da tempo hanno un’interlocuzione con il Parlamento europeo, ma anche di rendere pubblici gli esiti dei colloqui con le autorità locali. L’assenza di trasparenza è da tempo la principale alleata del disastro della gestione dei rifiuti e la causa prima del malcontento e diffidenza dei cittadini. Considerato che l’Italia, non si è ancora adeguata alla sentenza della Corte di Giustizia del marzo scorso, e che rischia per questo multe salatissime, e che lei dovrà decidere se sbloccare i fondi per la riorganizzazione del ciclo rifiuti e per le bonifiche, le chiediamo anche di tenere presente che non si colgono al momento segnali di un abbandono reale da parte delle autorità italiane della disastrosa ricetta a base di inceneritori e discariche seguita fino ad oggi e in contrasto con la direttiva europea che pone al primo posto prevenzione, riuso e riciclo. In particolare, rispetto all’inceneritore di Acerra, le ricordiamo che Giovanni Caturano, Comandante del gruppo Carabinieri per la tutela dell’ambiente di Napoli, ha parlato esplicitamente di irregolarità nel collaudo e nel funzionamento e che occorre una VIA specifica che non è mai stata fatta. Sulle discariche, altro cardine della fallimentare ricetta campana, i suoi funzionari constateranno quelle esistenti, poste in luoghi già molto inquinati e che si stanno velocemente riempiendo di rifiuti indifferenziati, violano sistematicamente le norme europee in materia: la magistratura è intervenuta per l’inquinamento della falda acquifera a Giugliano e Taverna del Re, mentre esperti indipendenti hanno certificato l’inquinamento delle falde acquifere profonde a Terzigno: la Commissione non può non agire di fronte a violazioni così gravi. A fronte di tutto questo, è fondamentale che le autorità italiane capiscano che i fondi europei potranno essere utilizzati solo nel rispetto delle norme europee, dopo la presentazione di un piano rifiuti in tempi brevi, accessibile ai cittadini e che punti su prevenzione e riciclo, abbandonando il ricorso indiscriminato a inceneritori e discariche».
«Gli ispettori della Commissione europea hanno certificato che quella di Berlusconi sull’Emergenza rifiuti in Campania è stata solo ‘truffa’ ai danni dei cittadini campani e degli italiani». E’ il commento successivo del Presidente nazionale dei Verdi per la Costituente ecologista Angelo Bonelli che aggiunge: «Il premier ha semplicemente fatto sparire i rifiuti dalle televisione mentre l’emergenza ambientale e sanitaria legata ai rifiuti è peggiorata». «In questi anni nulla è stato fatto per risolvere il problema – continua il leader ecologista -. Non un impianto di compostaggio, non un’isola ecologica, non un intervento sugli impianti di Cdr è stato realizzato. Anche l’ultimo decreto con cui si riapriva l’emergenza campana chiusa solennemente da Berlusconi lo scorso dicembre è un oggetto misterioso che nessuno, nemmeno il Presidente della Repubblica ha ancora visto».
«Siamo dinanzi ad un disastro ambientale e sanitario senza precedenti le cui cause principali sono gli affari che ruotano intorno ai rifiuti e che hanno aperto una vera e propria guerra all’interno del Pdl campano e nazionale – conclude Bonelli -. Di questa situazione assurda pagano le conseguenze i cittadini e per questa ragione noi Verdi stiamo organizzando una Class-action per un mega risarcimento: altro che gli alberi promessi da Berlusconi sulle discariche la Campania ormai è in ginocchio e l’emergenza ambientale è sempre più un’emergenza sanitaria».
Fabrizio Vigni, presidente nazionale Ecologisti Democratici, ha invece detto che «Mentre Napoli è allo stremo, sepolta dai rifiuti, le autorevoli parole della Presidenza della Repubblica mettono a nudo le responsabilità del governo: se il testo del decreto legge non c’è ancora è a causa del feroce scontro di potere esploso dentro il Pdl sulla gestione dei termovalorizzatori. E cosi le conseguenze delle risse interne al governo ed al centrodestra si scaricano sulla pelle dei cittadini di Napoli e della Campania. Ora basta: non si può ritardare di un solo minuto l’avvio di un piano serio e realistico, come quello proposto nei giorni scorsi dal Pd, per affrontare l’emergenza e i problemi strutturali della gestione dei rifiuti in Campania».
Da segnalare inoltre che il Quirinale in un comunicato ha fatto sapere che «La Presidenza della Repubblica non ha ricevuto e non ha quindi potuto esaminare, né prima né dopo la riunione del Consiglio dei Ministri di giovedì 18 novembre, il testo del decreto-legge sulla raccolta dei rifiuti e la realizzazione di termovalorizzatori in Campania, che sarebbe stato definito dal Governo. Il Capo dello Stato si riserva pertanto ogni valutazione sui contenuti del testo quando gli verrà trasmesso». Il caos insomma regna sovrano e come si vede il problema va ben oltre la questione raccolta differenziata vs inceneritore che invece appassiona i media nazionali. E’ la gestione integrata dei rifiuti che è del tutto saltata, anzi che non si è mai concretizzata nella storia dei rifiuti campani urbani e speciali.

Dalla plastica “povera” ri-prodotti (in Toscana) per Piaggio e Sat

Da rifiuto a riprodotto, la plastica “povera” è materiale per la green economy. Il plasmix (il miscuglio di plastiche meno pregiate provenienti da raccolta differenziata) invece di essere inviato a recupero energetico può servire per realizzare particolari di componentistica per veicoli Piaggio e per i pannelli fonoassorbenti da installare nelle autostrade toscane gestite da Sat (Società autostrada tirrenica).
Questo processo – di cui greenreport ha già parlato – è frutto del protocollo d’intesa firmato ad inizio anno da Regione Toscana, Revet e Corepla (Consorzio obbligatorio per il recupero delle plastiche) per dare impulso al riciclaggio della raccolta differenziata della nostra regione e migliorare e incrementare il riciclaggio dei rifiuti da imballaggi in plastica mista Conseguenze positive per l’ambiente quindi ma anche sviluppo della ricerca e investimenti verso settori produttivi improntati all’economia verde che rappresenta un volano per lo sviluppo sostenibile anche in Toscana.
Questi particolari ri-prodotti saranno presentati durante una conferenza stampa che si terrà a Firenze mercoledì 24 novembre alle 12.30 (Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati) dal presidente della Regione Enrico Rossi (Nella foto), dall’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini, insieme a Maurizio Roman, direttore generale strategie e sviluppo prodotto del gruppo Piaggio e l’amministratore delegato di Sat Antonio Bargone. Inoltre saranno presenti il presidente della provincia di Pisa Andrea Pieroni, il sindaco di Pontedera Simone Millozzi, il presidente di Revet Valerio Caramassi, il presidente di Corepla Giuseppe Rossi, rappresentanti di Urbantech, partner tecnologico di Revet, rappresentanti degli enti di ricerca Pont-lab e Pon-tech oltre che dell’Università di Pisa.

novembre 25, 2010

Inceneritore che vai, sequestro che trovi

Spett.le Redazione,
inviamo comunicato stampa con preghiera di pubblicazione.
Ringraziamo e salutiamo cordialmente,
per Associazione Clan-Destino
Roberta Babini

INCENERITORE CHE VAI SEQUESTRO CHE TROVI !!!
Centrale Ex Eridania Russi: ecco perché non ci fidiamo.
Bando di Argenta, Pozzilli, Maglie: sono solo alcuni degli impianti
nati come centrali a biomasse, autorizzate per essere alimentate a
cippato di legno, scarti vegetali e delle lavorazioni alimentari,
predisposti comunque, per le loro caratteristiche tecniche, a poter
bruciare qualunque tipo di rifiuto, anche urbano, in tempi recenti
sono stati posti sotto sequestro dall? autorità giudiziaria.
Pare infatti vi venissero smaltiti in modo illecito rifiuti ed ora,
ultimo in ordine d?arrivo, anche l?inceneritore a biomasse della
?Scotti Energia?, proprio quella del Dott. Scotti televisivo.
Sulla carta doveva essere un ?impian¬to modello? di smaltimento
rifiuti della lavorazione del riso, dove l’energia veniva ricavata da
fonti rinnovabi¬li, come la lolla, otte¬nuta dallo scarto della
lavorazione dei cereali e del riso.
Dopo un anno e mezzo di indagini la Guardia Forestale si sarebbe
trovata di fronte ad una realtà ben diver¬sa: pare infatti che per
pro¬durre energia, nell’impianto pavese di “Riso Scotti Energia”,
sarebbero stati introdotti rifiu¬ti di ogni tipo e non esclusivamente
biomasse vegetali e, a dire di un dipendente, anche rifiuti urbani.
Non solo. Se¬condo le Procure di Pavia e Milano, che hanno condotto
l’inchiesta, sarebbero sta¬ti utilizzati anche legno, plastiche,
imbal¬laggi, fanghi di depurazione di acque re¬flue urbane ed
industria¬li ed altri ma¬teriali misti che per le loro caratteristiche
chimico- fisiche superavano i limi¬ti massimi di concen¬trazione dei
metalli pe¬santi – cadmio, cromo, mer¬curio, nichel, piombo ed
al¬tri – previsti dalle autorizza¬zioni.
Eppure i loro sostenitori ce li presentano come impianti sicuri e
moderni, ma la cronaca italiana è piena di sequestri, chiusure, drammi
legati all’inquinamento: dell’ambiente e di conseguenza danni
sull?uomo.
Noi non ci fidiamo?..!!!
Non ci fidiamo di chi sostiene a spada tratta questi impianti, non ci
fidiamo di chi vorrebbe costruirne uno a Russi: il Gruppo
Maccaferri-Eridania ha recentemente acquisito il restante 51% della
Società ITALDRENI, ottenendone così il controllo al 100%.
Specializzata nella costruzione di discariche, Italdreni apparteneva
al gruppo Greenvision di Mariella Burani, firma in fallimento
della moda italiana, del quale fa anche parte la Enervision, azienda
con sede a Dosolo (Mantova), già coinvolta nella persona del legale
rappresentante Giacomo Gallusi, nel processo per l?inceneritore di
biomasse di Bando, in quanto fornitrice di combustibile.
Alle centrali a biomasse sequestrate vanno anche aggiunti gli
inceneritore di Pietrasanta, Terni, Colleferro, Malagrotta, Gioia
Tauro, Arezzo, Modugno, Trieste, Taranto, Brindisi, Busto Arsizio,
sequestrati in questi anni??? e chi più ne ha più ne metta !!
Per Associazione Clan-Destino
CINZIA PASI E ROBERTA BABINI

novembre 25, 2010

Green Report pubblica integralmente comunicato su R.Vaticana

http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%207735

novembre 25, 2010

ritirato progetto gassificatore Roncalceci

ritirato progetto gassificatore Roncalceci

novembre 25, 2010

dott barnabè medico di base sulla centrale a biomassa di Russi

>http://www.youtube.com/watch?v=j_2N5tAP6a0
>http://www.youtube.com/watch?v=4yhBE3oJvjI&feature=related
>http://www.youtube.com/watch?v=2fxiV8-lqws

>http://www.youtube.com/watch?v=j_2N5tAP6a0

>http://www.youtube.com/watch?v=4yhBE3oJvjI&feature=related

>http://www.youtube.com/watch?v=2fxiV8-lqws

novembre 25, 2010

INCONTRO PUBBLICO – 2 DICEMBRE 2010

novembre 25, 2010

Russi, la questione-centrale approda al Parlamento europe

http://www.lugonotizie.it/main/index.php?id_pag=133&id_blog_post=4531

novembre 25, 2010

Il sindaco di Russi si ravveda sulla centrale

http://www.lugonotizie.it/main/index.php?id_pag=133&id_blog_post=4536

novembre 25, 2010

INCONTRO PUBBLICO – Giovedi 25 novembre ore 20,30

finale .2pe 25 novembreGiovedi 25 novembre ore 20,30, presso la Sala Oriani di Bagnacavallo, serata-incontro con i cittadini della Romagna per discutere del nostro ambiente, della nostra Romagna e del futuro di Bagnacavallo se verrà realizzato la Centrale-Inceneritore di Russi-Boncellino, la megacolata di asfalto del Progetto Naviglio e la selvaggia cementizzazione del territorio.

Relatore: Michele Dotti

Michele Dotti è un educatore e formatore, ed è volontario, da oltre 16 anni, dell’Associazione Mani Tese, con una lunga esperienza di cooperazione internazionale come volontario in vari stati dell’Africa occidentale: Burkina Faso, Benin, Mali, Togo. Ha promosso campagne di sensibilizzazione sul commercio equo e solidale e organizza da anni esperienze di turismo responsabile in Burkina Faso. Ha scritto diversi libri di poesia e saggi sulle tematiche della mondialità, dell’intercultura, dell’impegno civile. Michele Dotti vuole diffondere il suo “Sogno”, un sogno che va raccogliendo sempre più consensi, avvicinando moltissime realtà che già si stanno impegnando per promuovere nel proprio territorio quegli stessi principi, valori e obiettivi che animano il “sogno”; una lunga schiera di amici costituita da associazioni comitati, liste civiche, gruppi spontanei, reti e movimenti
Ma di che sogno si tratta?
Un bel giorno, un giorno non lontano, stanchi di attendere e sperare in tempi migliori, i settori più attivi della società civile si riuniranno per organizzare tutti insieme il cambiamento politico nel nostro paese, creando un’alternativa credibile, seria, affidabile che tutti gli italiani potranno abbracciare al di là dei rispettivi percorsi politici di provenienza.
Un nuovo soggetto politico, estraneo a tutte le vecchie logiche partitiche.
Un movimento fondato semplicemente sul “buonsenso”; quanto basta a capire che la raccolta differenziata è mille volte meglio degli inceneritori, che il risparmio energetico e le rinnovabili sono le vere alternative alla follia del nucleare, che le grandi opere servono solo ai grandi affari mentre sono le “piccole opere” quelle che migliorano davvero la vita della gente!
E sarà così che in un solo giorno decideranno di fondersi tutti insieme -per un obiettivo comune- le associazioni di volontariato, i comitati, i movimenti e le liste civiche territoriali, le reti di comuni e gli enti locali virtuosi, il mondo del commercio equo e dei gruppi di acquisto solidale, le esperienze di finanza etica e di consumo critico, il mondo ecologista e quello pacifista, i comitati per i beni comuni e quanti si battono contro tutte le mafie… per creare uno straordinario progetto politico unitario ed aprirsi ad ogni singolo cittadino onesto del nostro Paese!
Il 25 Novembre alle ore 8,30 alla sala Oriani di Bagnacavallo si parlerà di tutto questo e altro . Michele racconterà le esperienze virtuose che già esistono a riprova che il sogno può diventare realtà.

novembre 21, 2010

Ripristinata la detrazione del 55%

Detrazione fiscale del 55% per il risparmio energetico anche nel 2011. Il sì della Camera.

Ecco però cosa cambia

Giovedì 18 Novembre 2010 17:20 Scritto da Andrea Marchetti

Come annuciato nei precedenti articoli, ieri sera è stato discusso ed approvato presso la Camera dei Deputati, in occasione dell’approvazione della Legge di Stabilità (ex Finanziaria) l’emendamento avente ad oggetto la proroga, per il 2011, delle detrazioni fiscali del 55% per il risparmio energetico. Tuttavia ci saranno delle modifiche: secondo il testo presentato dal relatore Marco Milanese, infatti, le spese saranno detraibili dalla dichiarazione dei redditi in un arco temporale di dieci anni, anziché in cinque come nella odierna formulazione della norma.

Non sono stati modificati, invece, il tetto massimo di spesa detraibile per i singoli interventi ammissibili, anch’essi rimasti invariati. Non c’ è stata, dunque, la pavetata riduzione della percentuale di spesa detraibile che si temeva potesse passare dal 55% al 41%, ma solo per quanto riguarda la sostituzione degli infissi.

Questo, dunque, il testo integrale dell’emendamento presentato: “Art. 1 Comma 47-bis. Le disposizioni di cui l’articolo 1, commi da 344 a 347, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si applicano, nella misura ivi prevista, anche alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2011. La detrazione spettante ai sensi del presente comma è ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Si applicano, per quanto compatibili, le disposizioni di cui all’articolo 1, comma 24, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e all’articolo 29, comma 6 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, della legge 28 gennaio 2009, n.2.”

E’ stata completata, dunque, la prima parte dell’iter parlamentare previsto per l’approvazione della Legge di Stabilità e, con essa, anche del rinnovo delle detrazioni fiscali del 55%. La prossima settimana, infatti, la Legge di Stabilità approderà in Senato per ricevere la seconda e definitiva approvazione, prevista entro il 10 dicembre. Non sembra che ci possano essere ulteriori sorprese ed il rifinanziamento delle detrazioni fiscali del 55% per il risparmio energetico sembra ormai sicuro.

E proprio per quanto riguarda i costi, il viceministro dell’economia, Giuseppe Vegas, ha spiegato che nel 2011 il bonus fiscale dovrebbe generare maggiori entrate Iva per 124,8 milioni di euro, derivanti da una delle parti forse più virtuose di tutto il meccanismo, ovvero l’emersione del sommmerso, in uno dei settori, quello edile ed impiantistico, in cui tradizionalmente il tasso di evasione ed elusione fiscale è molto alto. Per poter dimostrare di aver sostenuto delle spese, infatti, e poterle portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi, bisogna dimostrarne l’ammontare con un documento valido ai fini fiscali, la classica fattura, che va pagata obbligatoriamente con bonifico bancario o postale, così da avere tracciabilità dei pagamenti.

Dal 2012 (anno in cui si comincerà a detrarre le spese del 2011) il 55% costerà allo Stato circa 300 milioni di euro. Il costo complessivo, invece, nei dieci anni di detrazione, sarà pari a 1,8 milardi di euro.

Naturalmente non sono mancate le reazioni alla approvazione dell’emendamento: tra i primi a far sentire la propria voce Uncsaal e Federlegno, che avevano inviato congiuntamente una mozione al Governo, chiedendo la proroga del beneficio fiscale del 55%, decantandone gli effetti positivi sia sulla filiera produttiva italiana che sull’ambiente. “questa notizia contiene uno straordinario elemento di positività che va incontro alle migliaia di richieste di proroga del 55% inviate a Governo e Parlamento da costruttori di serramenti, progettisti, istituzioni locali e cittadini. Uncsaal e Federlegno continuernno a monitorare i lavori parlamentari e a informare le migliaia di operatori del settore in ansia per l’esito finale di questa importante battaglia per la conferma di un provvedimento essenziale per supportare la domanda in una congiuntura dominata ancora dagli effetti della crisi e per contribuire al risparmio energetico e al contenimento delle emissioni di gas serra.”
“È spalmato su dieci anni invece che su cinque, quindi ha un effetto calmierato, ma è meglio di niente” . Così, invece, si è espresso Paolo Buzzetti, presidente di Ance, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili. ” Cancellare completamente l’incentivo – ha proseguito Buzzetti – “sarebbe stato negativissimo; questo è una dimostrazione di buona volontà anche se ne rallenta gli effetti”.

Secondo Giampaolo Valentini, invece, che in questi anni ha gestito l’incentivo presso l’ ENEA, “il calcolo dei costi non tiene conto dei benefici economici della misura, come emersione del nero, ncremento dell’occupazione, e di altro ancora”. La valutazione complessiva di Valentini, però, è sostanzialmente positiva: “in sostanza non cambierà molto ma “-ammette lo stesso Valentini- “il fatto che la detrazione sia spalmata su 10 anni rende l’incentivo un po’ meno attraente. C’è poi l’handicap che la misura sia stata prorogata solamente per un altro anno: un orizzonte temporale troppo breve per permettere alle aziende di programmare investimenti”.

Sulla stessa linea il capogruppo del Pd in Commissione Ambiente, Raffaela Mariani: “Un buon risultato il fatto che sia stato prorogato l’incentivo, ma il fatto che sia un estensione solo di un anno ne mina l’efficacia: dovrebbe essere una misura stabile per dare un vero stimolo all’economia” “Altro miglioramento che avremmo voluto è che della misura potessero godere anche soggetti pubblici e non solo i privati. Si pensi solo ai risparmi che si potrebbero ottenere ad esempio nella gestione delle case popolari o in altri grandi edifici pubblici”, aggiunge la deputata. “inoltre la detrazione spalmata su dieci anni può essere vista da due prospettive: da un lato sicuramente disincentiva perché i tempi di ritorno diventano più lunghi, dall’altra però permette di usufruire dell’incentivo anche a chi ha redditi più bassi”.

Valeria Erba, presidente di Anit, l’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico ed acustico, fa eco alla Mariani: “Se permette di far accedere all’incentivo anche chi ha imponibili più bassi, una detrazione spalmata su 10 anni la rende invece poco utile per gli interventi minori. Si sarebbe dovuta lasciare la possibilità di scegliere se usufruire della detrazione sui 5 o sui 10 anni. Ma quel che pesa di più è la mancanza di certezze: le aziende non possono ogni anno essere sottoposte al dilemma se l’incentivo viene o meno prorogato; si fa male all’economia.”

Critico anche il responsabile Green economy del Pd, Ermete Relacci: “Spalmare su 10 anni la detrazione del 55%, anziché su 5 come attualmente, è un risultato deludente che indebolisce la portata della misuta, rendendola meno appetibile per i cittadini e meno competitiva per le imprese. È un errore e il Pd si batterà in Senato per ripristinare il credito di imposta del 55% in edilizia con le attuali modalità “L’eco-bonus del 55% in edilizia è stata la misura anticiclica di gran lunga più importante che è stata attivata in questi anni ( dal Governo Prodi n.d.r.) – continua Realacci – niente a che vedere con il tanto decantato “piano casa’ che, al di là dei proclami di Berlusconi, è stato un fallimento.. Qualche numero può servire per dare la misura: in tutta Lombardia il piano casa ha attivato 189 interventi, il credito di imposta del 55% ben 120.000″.