maggio 04, 2010

INQUINAMENTO AMBIENTALE e TUMORI INFANTILI

L’odierna conferenza viene indetta per presentare l’iniziativa del 7 maggio 2010 che si svolgerà alle ore 20.30 presso la sala San Francesco in via Marcolini 4, promossa da Associazione Medici per l’ Ambiente (ISDE) e Associazione contro le Leucemie (AIL) e col patrocinio del Comune di Forlì e dell’ Ordine dei Medici della Provincia di Forlì-Cesena.

Si tratta di un incontro pubblico dal titolo: “INQUINAMENTO AMBIENTALE E TUMORI INFANTILI” e saranno presenti due relatori di grande livello: il Dott. Ernesto Burgio, Pediatra, esperto in cancerogenesi ambientale  ed il Prof Giuseppe Masera, Pediatra Oncologo  e Prof. di Pediatria presso l’Università Bicocca di Milano. Il dott. Burgio è Coordinatore del Comitato Scientifico Nazionale dell’ISDE e membro del Comitato Scientifico di ARTAC France (Association pour la Recherche Thérapeutique Anti-Cancéreuse); il Prof. Masera è una indiscussa Autorità nel campo dell’Oncologia Pediatrica internazionale ed ha dedicato tutta la sua vita in particolare alla cura dei bambini leucemici che, all’inizio della sua carriera, negli anni 60′, avevano una prognosi quasi sempre infausta.

Oggi, in molti casi, la terapia dei tumori infantili consente risultati talora straordinari, con guarigioni un tempo insperate, pur al prezzo di sacrifici e di drammatiche esperienze vissute dai piccoli pazienti e dalle loro famiglie, con percorsi lunghi e difficili anche per le possibili conseguenze a medio e lungo termine. Tuttavia, a fronte di confortanti risultati terapeutici ottenuti in alcune forme tumorali dell’infanzia, stiamo assistendo  ormai da decenni e specialmente nel nostro paese, ad un inesorabile aumento dei tumori infantili. Dai dati pubblicati nel 2008 dall’ Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) riguardanti i dati di incidenza fino al 2002,  risulta infatti che nel nostro paese i tassi di incidenza tra 0 e 14 anni per tutti i tumori sono mediamente aumentati del 2% all’anno. La crescita è statisticamente significativa per tutti i gruppi di età e per entrambi i sessi. In particolare tra i bambini sotto l’anno di età  l’incremento è addirittura del 3.2% annuo e tra 10 e 14 anni l’incremento è del + 2.4% annuo. Il cambiamento percentuale annuo nel nostro paese risulta il più alto d’ Europa sia per  tutti i tumori (+2% contro l’1.1% in Europa), che per la maggior parte delle principali tipologie di tumore; addirittura per i linfomi l’incremento è del 4.6% annuo  contro un incremento in Europa dello 0.9%. Sempre dai dati pubblicati dal Registro suddetto  ed aggiornati al 2002 risulta che in Romagna vi sono stati fra 0 e 14 anni:  56 casi  dal 1988 al 1992, 81 casi fra il 1993 e il 1997 e 112 casi fra il 1998 ed il 2002. Non disponiamo a tutt’oggi dei dati successivi al 2002.

Quanto sopra pone interrogativi non rimandabili circa le cause di queste patologie e in particolare circa  il ruolo che rivestono fattori di rischio ambientali quali gli innumerevoli agenti cancerogeni chimici e  fisici, sempre più diffusi nel nostro habitat  ed a cui sono sempre  più esposti i nostri bambini fin dalla vita intrauterina. I risultati terapeutici ottenuti non sono di per sé sufficienti a  farci ritenere  soddisfatti, né ci si può nascondere dietro giustificazioni sicuramente non applicabili al preoccupante aumento di questi tumori (stili di vita, invecchiamento della popolazione, miglioramento delle diagnosi…), anche perché sono sempre più numerosi i dati tossicologici, pre-clinici, biologici che fanno ipotizzare legami forti fra questo fenomeno e l’inquinamento ambientale.

Oltre al Prof. G. Masera ed al Dr. E. Burgio relazionerà la Dr.ssa P. Gentilini Oncologa ed Ematologa. Moderatore dell’incontro sarà il Dr. R. Ridolfi ed il Sindaco di Forlì Prof. Roberto Balzani trarrà le conclusioni.

Se davvero vogliamo proteggere e tutelare l’infanzia non possiamo esimerci dall’affrontare un tema così cruciale anche per le  specifiche responsabilità che ricadono sui diversi  settori della società: Tutta la cittadinanza è invitata!

Associazione Medici per l’ Ambiente  ISDE Forlì
Associazione contro Leucemie, Linfomi e Mieloma
Forlì 3 maggio 2010

aprile 28, 2010

Prof. Tamino–centrale biomasse-26/04/10-Villafranca

VIDEO 1

VIDEO 2

PRESENTAZIONE PPT del PROF. TAMINO – Centrali BIOMASSE

marzo 30, 2010

17/04/2010 No inceneritori, si alla salute! PARMA

Immagine 1


Il 17 aprile a Parma si svolgerà la prima manifestazione nazionale/internazionale contro tutti gli inceneritori. Per la salute, l’aria pulita, l’acqua pubblica, la difesa del territorio e il bene comune. Dopo le tante lotte territoriali contro l’inceneritore di Rimini sito a Raibano (Fraz. di Coriano) è arrivato il momento di riprendere il percorso e rialzare la voce anche nel nostro territorio per questo le realtà locali che si sono mobilitate in questi anni, fra cui il Movimento 5 Stelle di Rimini e Lab. Paz organizzano:

Da Rimini un Pullman per la manifestazione di Parma
Ritrovo alle ore 11.30 presso il parcheggio ingresso autostrada, Rimini Nord
Costo del biglietto 10euro – Prenotazioni tel. 349 5666110
http://noinceneritoreraibano.blogspot.com/

Nella valle più inquinata d’Europa, la valle Padana, nella capitale della Food Valley, Parma, vogliono costruire un grande inceneritore, che brucierà 130.000 ton. di rifiuti all’anno. Noi vogliamo decontaminare la Food Valley, con la riduzione, il riuso, il riciclo e l’estrusione finale dei rifiuti, cioè trattamento senza emissioni in atmosfera.
I rifiuti sono un difetto di progettazione, in natura non esistono, sono la cartina tornasole di un sistema economico e sociale difettoso. La lotta per una gestione corretta dei rifiuti, o meglio delle risorse, è una lotta per dare un futuro alle nuove generazioni. E’ importante la presenza di tutti coloro che si battono per la tutela dei territori, per nuovi paradigmi economici e industriali, rispettosi, delle persone, dell’ambiente, della gisutizia sociale.
I nostri figli ci accuseranno, se restituiremo loro un territorio avvelenato.

marzo 08, 2010

Martedì 9 Marzo incontro: BIODIGESTORE – DURAZZANINO

liquameL’Associazione Clan-Destino organizza per Martedì 9 Marzo alle ore 21:00 presso il circolo ARCI di Durazzanino, in Via Ravegnana 497, un’assemblea pubblica per informare la cittadinanza in merito alla richiesta di costruzione di un impianto di Biodigestione di prodotti agricoli, finalizzato alla produzione di energia elettrica, da ubicare nella località di Durazzanino.

Come già accaduto in altre occasioni, i progetti di costruzione di questi impianti vengono depositati presso gli Enti competenti, vengono avviate, poi, le procedure di richiesta di autorizzazioni e i proponenti regolarmente si “dimenticano” di informare e, magari, coinvolgere i cittadini dei territori limitrofi.

Rimanendo coerenti con gli scopi che hanno da sempre guidato le attività dell’Associazione, anche in questa occasione, il Clan-Destino si propone di fare innanzitutto una corretta informazione, perché la ritiene un principio fondamentale su cui si deve basare la libertà di scelta, e inoltre di aprire un momento di discussione e di scambio di opinioni fra i cittadini, i proponenti, le Amministrazioni e persone esperte in materia.

A questo proposito sono stati, infatti, invitati in qualità di ospiti relatori il proponente Roberto Guardigli, accompagnato dal progettista Ing. Federico Gavagnin, che ci illustreranno l’impianto di Biodigestione e ci spiegheranno i motivi che hanno indotto tale scelta.

Mentre per descrivere in generale i “pro e i contro” della biodigestione e per spiegare le idee che da anni il Clan-Destino sta portando avanti è stato invitato il biologo di fama internazionale Prof. Gianni Tamino (docente di Diritto Ambientale all’Università di Padova).

Da anni, infatti, il Clan-Destino sostiene che le centrali a biomasse e i biodigestori non rappresentino la salvezza per l’agricoltura e non risolvano il problema energetico, soprattutto se il materiale per alimentarle viene coltivato al solo scopo di produrre energia, anziché derrate alimentari. Queste tipologie di impianti possono avere una sostenibilità e una utilità solo qualora utilizzino materiali di scarto da altre lavorazioni situate in loco e riutilizzino, poi, l’energia prodotta principalmente per il fabbisogno dell’azienda e non, come spesso accade, importino da centinaia di chilometri di distanza la materia prima per il loro sostentamento e producano energia al solo scopo di realizzare fatturato.

Interverranno anche il Sindaco di Forlì Prof. Roberto Balzani e l’Assessore all’Ambiente Ing. Alberto Bellini che avranno l’opportunità di illustrare la politica che il comune intende portare avanti in tema di agro energie, mentre il Dr. Gianni Gregorio (Unità Ambiente del Comune di Forlì) ci spiegherà a che punto è l’iter procedurale comunale a cui è soggetto tale impianto per poter ottenere tutte le necessarie autorizzazioni.

Certi che sarà una serata di elevato spessore informativo invitiamo tutti i cittadini a partecipare per poter esprimere la propria opinione su questo tipo di progetto.

Associazione Clan-Destino O.nl.u.s.

febbraio 20, 2010

Interrogazione: traffico per la centrale di Russi e risposta Prov. FC

Interrogazione: vedi allegato

Risposta PROVINCIA FC: Risposta Provincia 2010-02-08

febbraio 15, 2010

NEWS: “Roba per Vasco”: 5 agende spaventano l’Emilia

L’elemosiniere rosso della fallita Coopcostruttori di Argenta: “sequestrate a un imputato dell’inchiesta Laguna pulita e sepolte nel fascicolo processuale. E’ l’attuale presidente della Regione Emilia quello continuamente citato?”

Strumenti utili

Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Chi sarà quel «Vasco» citato in continuazione nelle cinque agende sequestrate dai carabinieri di Comacchio a un imputato dell’inchiesta Laguna pulita, variante in chiave adriatica di Mani pulite? E perché «Vasco» è spesso associato ai soldi, ai lavori pubblici, alle riunioni di partito e a un sostantivo molto equivoco – «il 17 roba a Vasco», «roba piscina Vasco» – che richiama alla mente traffici illeciti? Siamo in Emilia Romagna, e dovendo escludere per deduzione logica che il riferimento sia al cantautore Vasco Rossi, l’ipotesi che suggerisce Giovanni Donigaglia, ex padre padrone della fallita Coopcostruttori di Argenta, il più grande elemosiniere nella storia del Pci-Pds-Ds, è che possa trattarsi di Vasco Errani, all’epoca dei fatti segretario del Pci di Ravenna, attualmente governatore (da 11 anni) dell’Emilia Romagna, candidato alla successione di se stesso nelle elezioni regionali del 28 e 29 marzo, unico esponente del Partito democratico legato al segretario Pier Luigi Bersani anche da una solida amicizia personale.
«Siccome in una delle ultime puntate di Annozero il senatore Maurizio Gasparri del Pdl ha invitato Michele Santoro a chiedere a Bersani per quale motivo non va a informarsi da Donigaglia su come le coop rosse finanziavano il Pci, ho deciso che non fosse più il caso di tenere questo segreto solo per me», si fa vivo l’ex amministratore della Coopcostruttori, «1.500 euro al mese l’ultimo stipendio da presidente, quanto un capomastro», nel curriculum cinque ordini di cattura, 37 processi e mai una condanna. Un duro che nei quasi 365 giorni di detenzione accumulati fra custodia cautelare in carcere e arresti domiciliari è rimasto più chiuso delle vongole e più sfuggente delle anguille che si pescano nel delta del Po.

Sono cinque agende compilate negli anni 1985, 1989, 1991, 1994 e 1995 dall’ingegner Vittorio Savini, ravennate, arrestato nel luglio 1995 con Donigaglia e altre tre persone per corruzione e turbativa d’asta. Savini era il direttore dei lavori di un gigantesco appalto vinto dalla Coopcostruttori di Argenta, sponsor storica di Botteghe Oscure e quarta impresa italiana di costruzioni dopo Impregilo, Astaldi e Condotte, che per 40 anni ha avuto in Donigaglia il suo deus ex machina e che nel 2003 è fallita nonostante le solenni promesse di salvataggio pronunciate da Massimo D’Alema, da Piero Fassino, dalla Lega delle cooperative e dall’Unipol.

Le opere pubbliche, commissionate dall’amministrazione comunale socialcomunista di Comacchio, cominciarono a metà degli anni Ottanta e furono ultimate nel 1995. Riguardavano fognature, acquedotto, risanamento ambientale, canali e lavori a mare in quella che viene definita la «piccola Venezia», per un importo di 20 miliardi di lire, in parte finanziato con fondi statali Fio (Fondo impresa occupazione). Secondo l’accusa, l’ingegner Savini, un libero professionista che è stato anche assessore del Pci in Provincia a Ravenna e al Comune di Russi, gestiva le tangenti («nell’ordine del 3 per cento», specifica Donigaglia) d’intesa con Massimo Pivanti, ingegnere capo del Comune di Comacchio. Al processo i due patteggiarono. Donigaglia e gli altri imputati, dopo aver affrontato tutti i gradi di giudizio fino alla Cassazione, se la sono invece cavata «per intervenuta prescrizione» davanti alla Corte d’appello di Bologna.

Il patteggiamento avrebbe steso per sempre una patina d’oblio sulla scottante vicenda se Donigaglia, attraverso i suoi avvocati, non avesse acquisito l’intero fascicolo processuale per potersi meglio difendere. E lì dentro, con sua grande sorpresa, ha trovato le fotocopie delle cinque agende di Savini. «Ho cominciato a esaminarle con attenzione e mi sono subito imbattuto in una serie di elementi che non possono essere sfuggiti ai magistrati e che avrebbero meritato un accurato approfondimento», spiega l’ex boss della Coopcostruttori di Argenta. «Anche perché l’ingegner Savini era uno di quelli che noi, nel gergo della prima Repubblica, chiamavamo “politecnici”, cioè tecnici al servizio della politica. Lo sapevano anche i lampioni che lui era il collettore delle tangenti per la federazione comunista di Ravenna presieduta da Errani».

Ora, si chiede Donigaglia, la Procura di Ferrara ha eseguito quell’accurato approfondimento? E la Procura di Ravenna avrà potuto prendere visione delle agende? Avviando quali indagini? Giungendo a quali conclusioni? Domande senza risposta. Eppure la natura delle annotazioni quotidiane, il più delle volte allusive ma a tratti molto esplicite, non sembra lasciare spazio a dubbi. Le agende dimostrano che l’ingegner Savini aveva contatti non occasionali con l’intero Gotha del Pci-Pds-Ds. Li aveva col deputato Davide Visani, oggi defunto, originario come Errani di Massa Lombarda, capo del partito a Ravenna e poi segretario regionale dell’Emilia Romagna, nonché componente della direzione nazionale del Pci, nominato coordinatore della segreteria nazionale del Pds da Achille Occhetto e confermato nell’incarico da Massimo D’Alema. Li aveva col senatore Vidmer Mercatali, in passato assessore provinciale e sindaco di Ravenna. Li aveva con l’attuale sindaco, Fabrizio Matteucci, già segretario provinciale e regionale dei Ds. Li aveva col suo predecessore Mauro Dragoni, che governò la città dal 1987 al 1992.
Ma l’unico che viene sempre citato da Savini col solo nome di battesimo è Vasco, «sicuro indizio di un rapporto molto confidenziale, più che di astuta riservatezza», chiosa Donigaglia. Con rimandi – «cena con Vasco», «cercare Vasco», «tel. Vasco», «da Vasco» – spesso ripetuti nello stesso giorno. Ogni tanto le citazioni diventano meno generiche e assai interessanti. 12 maggio 1989: «Il 17 roba a Vasco», con freccetta, sottolineatura e cancellature intorno. 19 ottobre 1989: «Roba piscina Vasco», con sottolineatura e cerchietto attorno al nome. La faccenda balneare si trascina dall’estate all’autunno inoltrato del 1989. 1 giugno: «Rob. (parole illeggibili) x piscina». 26 ottobre: «Roba piscina». Commenta Donigaglia: «Si parla di roba quando si vuole nascondere qualcosa. Durante Tangentopoli la roba aveva il significato rintracciabile nelle novelle siciliane di Giovanni Verga, lo lasci ben dire a me che oggi sono costretto, da pensionato, a lavorare a Ragusa per tirare avanti. Insomma, era un sinonimo di soldi. Io non avevo bisogno di usare questa perifrasi perché non ho mai tenuto un diario».
Le agende abbandonano il linguaggio iniziatico soltanto quando c’è di mezzo il Pci, forse perché in Emilia Romagna il partito era percepito come un’entità sovrana e impunibile. 29 maggio 1989: «Direz. prov.le Pci (illeggibile) £ 6.396.000». 30 maggio 1989: «Roba x Dir. 6 a (illeggibile)». Ma poi tornano cognomi e pseudonimi. 10 ottobre 1991: «Cena con Moretti 6 dati per G Co». 15 ottobre 1994: «Banca x Pci + Drago 11,9 m.». Decritta Donigaglia: «Drago era l’abbreviazione che Savini usava abitualmente parlando di Dragoni, sindaco di Ravenna. Un sussulto di prudenza. O si sarà vergognato a scrivere il cognome per esteso».

Nelle cinque agende compaiono sovente le sigle della galassia finanziaria rossa, soprattutto Lega Coop, Unipol e Conad, il che appare strano per un professionista incaricato solo di dirigere cantieri edili. Che politica e affari avessero finito per coincidere è ben testimoniato dal promemoria «Il Pci vende (illeggibile) area» (31 maggio 1989) e dalla «cena di lavoro Pci con Mercatali» (20 luglio 1989), un complemento di specificazione che, anche volendo tener conto dell’antica vocazione di partito dei lavoratori, risulta piuttosto incomprensibile: di quali problemi produttivi comunisti si sarà mai discusso a tavola?

«Io non so chi sia questo Vasco e che genere di roba ricevesse dall’ingegner Savini», tira le somme Donigaglia. «Però mi chiedo come sia possibile che ancor oggi, trascorsi 15 anni, nessuno abbia non dico indagato ma almeno portato all’attenzione dell’opinione pubblica le singolari coincidenze contenute in questi documenti. Adesso Errani ha una sola strada davanti a sé: dire se è o non è il Vasco citato nelle agende, spiegare se ebbe o non ebbe rapporti col direttore dei lavori che sovrintendeva alle opere pubbliche a Comacchio, confermare o smentire la fitta serie di contatti intercorsi fra i due e, in caso affermativo, precisare che roba voleva consegnargli o gli consegnò Savini. In fin dei conti per molto meno il suo ex vice in Regione, Flavio Delbono, ha dovuto dimettersi da sindaco di Bologna».

Ma l’ex presidente della defunta Coopcostruttori di Argenta va oltre: «Nella puntata di Ballarò dedicata al decennale della morte di Bettino Craxi, ho ascoltato sbalordito Bersani che si chiamava fuori, sostenendo che lui ai tempi di Tangentopoli era alle prime armi in politica. Oh bella, devo aver sognato, perché io invece mi ricordo d’aver pranzato con Bersani nella seconda metà degli anni Ottanta in un ristorante nei pressi della Fiera di Bologna e d’aver ricevuto una pressante richiesta affinché la mia cooperativa finanziasse la Festa nazionale dell’Unità. Cosa che ovviamente feci, visto che era il Pci a garantirmi la vincita degli appalti negli enti amministrati dalla sinistra. Di certo, se Bersani non m’avesse ingiunto di versare quei soldi, io mi sarei ben guardato dallo sprecare milioni di lire della Coopcostruttori per un’iniziativa che non aveva nulla a che vedere con le nostre attività. Se Bersani ha qualche vuoto di memoria in proposito, possiamo chiamare a testimone Roberto Soffritti, all’epoca sindaco di Ferrara, che partecipò al pranzo. Oppure organizzare un confronto in pubblico: gli lascio la scelta di giorno, ora e luogo».
Gira e rigira, è sempre lì che alla fine torna Donigaglia: al denaro che il partito drenò dalle casse della Coopcostruttori. «Il Pci era il nostro socio occulto e tramite la Legacoop interveniva direttamente nella gestione. Mi ordinò di salvare aziende decotte e persino di rilevare la squadra di calcio di Ferrara, la Spal. Quando fui arrestato, la senatrice Silvia Barbieri, poi cooptata nello staff del segretario Fassino, veniva a trovarmi in carcere a Verona dicendomi di resistere, ché il partito m’avrebbe aiutato. La terza domenica di maggio del 1993 – ero appena uscito di prigione – lo stesso Fassino mi aspettava al casello autostradale di Ferrara sud per informarsi su che cosa avessi rivelato durante gli interrogatori: “Mi raccomando, tieni duro”. Infine D’Alema, il 12 marzo 2003, davanti alla popolazione di Argenta radunata nella nostra sede, proclamò: “La Coopcostruttori è sana, la salveremo”. Si vede come l’hanno salvata».

febbraio 15, 2010

Progetto di Riconversione ex Eridania ha anche questo rischio…

Russi: Clan-Destino ha evidenziato nelle Osservazioni presentate dall’Associazione al Progetto di Riconversione ex Eridania

anche questo rischio…


ESPLOSIONE  DISTRUGGE CENTRALE ELETTRICA NEGLI STATI UNITI :

questi eventi non sono “improbabili” ed i  rischi non sono  certo “trascurabili”

Middletown è la cittadina nel Connecticut dove nei giorni scorsi è esplosa una centrale elettrica che, seppur  situata oltreoceano a migliaia di Km di distanza, ha molteplici aspetti e situazioni che la avvicinano a Russi: una centrale elettrica  definita  ad “energia pulita”, un metanodotto   propedeutico al funzionamento dell’impianto, la localizzazione nei pressi di un fiume e all’interno di un’area  umida a protezione ambientale  speciale,  la preoccupazione dei cittadini che in ogni maniera hanno cercato di osteggiarne la costruzione e, come a Russi, un’ amministrazione che esclusivamente  per puro business, ha fortemente voluto questo impianto e lo ha “imposto” ai cittadini.

Il proponente garantiva  che sarebbe stato un impianto “sicuro”,  in fase di costruzione, progettato con le migliori tecnologie disponibili per il quale un incidente risultava praticamente impossibile.

Ma impossibile non è stato: 5 persone sono morte,  decine sono rimaste gravemente ferite, il boato si e’ udito fino a 50km di distanza  e le case situate  entro un raggio di  7/8 km, sono state scosse  fin dalle fondamenta, crollando o subendo gravissimi danni  strutturali.

Nell’ambito della redazione delle osservazioni  relative al progetto di costruzione della centrale elettrica presentato da PowerCrop per Russi e  depositate  in Regione, la nostra Associazione ha preso in considerazione  anche questa eventualità che, seppur remota, potrebbe comunque accadere…..e quanto accaduto in America ne e’  la palese testimonianza

Cosa succederebbe  a Russi se un evento simile si verificasse in un impianto, praticamente “incuneato” nel tessuto urbano densamente popolato ??  Che conseguenze avrebbe  tale eventualità su Palazzo San Giacomo situato ad appena 140 metri dal sito e definito il “gioiello di Russi ” e sulla villa romana, una  delle piu’ importanti in Italia??

Domande che, al di là di quanto successo oltre oceano, un’amministrazione lungimirante e di buon senso dovrebbe  per lo meno porsi e finalmente pretendere dai proponenti una soluzione condivisa dalla città, rispettosa  dei cittadini e del territorio , che possa portare rapidamente  e non tra alcuni anni , risposte  concrete in termini di occupazione.

febbraio 13, 2010

I rifiuti organici non puzzano più (a Verbania)

sitra_02I rifiuti organici puzzano quando iniziano a fermentare, ma questo si può impedire areando il punto di raccolta dell’umido. A Verbania stanno sperimentando SITRA® (Sistema Integrato di Trasformazione del Rifiuto Aerobico). Il sistema prevede la sostituzione dei sacchetti biodegradabili fin’ora utilizzati con altri in carta speciale traspirante che, invece di essere inseriti un secchiello di plastica, verranno sospesi ad un trespolo di legno.

I nuovi sacchetti di carta sono a prova di liquido, ovvero non dovrebbero sgocciolare, ma nella presentazione del sistema fatta a Valenza si mostra una vaschetta (da fioriera) posta sotto il sacchetto. Il bidone condominiale ha uno scomparto apposito per raccogliere i liquidi e tenerli separati dal resto. E’ legittimo supporre che la carta, per quanto speciale, proprio impermeabile non sia.

Comunque sia, i sacchetti permettono l’ingresso dell’aria necessaria ad ossigenare il compost in via di formazione. Ogni famiglia del quartiere Sant’Anna ne avrà uno, da svuotare nel compostatore condominiale.

Passare a questo nuovo sistema permetterà di risparmiare le spese di lavaggio dei bidoni, sia ai privati che al gestore del servizio di raccolta, con un risparmio economico sul prezzo del servizio. L’idea viene dalla collaborazione tra il Comune di Verbania, il Consorzio Obbligatorio Unico di Bacino di Verbania e la società di consulenza EPT Engineering & Consulting S.p.A. di Bolzano.

febbraio 12, 2010

GROSSETO: Maxi traffico di rifiuti indagini in Toscana

jpg_1854460L’inchiesta, partita dalla morte di un operaio in un impianto di Scarlino dove venivano trattati rifiuti speciali pericolosi in maniera non corretta, ha permesso di accertare un colossale movimento di materiali altamente tossici. Coinvolte grosse industrie tra le quali la Lucchini.
Un colossale traffico di rifiuti con grandi nomi dell’industria coinvolti. Al momento, nell’ambito dell’inchiesta, è stato sottoposto a sequestro il laboratorio di analisi di Mantova della Made Hse, appartenente al gruppo Marcegaglia. Un tecnico del laboratorio è agli arresti. Secondo fonti investigative risulterebbe indagato anche Steno Marcegaglia, padre di Emma. L’indagine è stata condotta dai carabinieri del Noe di Grosseto e per ora ha portato a 17 misure cautelari in tutta Italia.
LEGGI TUTTO L’ARTICOLO SU iltirreno.gelocal.it

febbraio 08, 2010

VIDEO: Incontro del 19-gennaio-2010 co P.Connett

VIDEO 1

VIDEO 2