agosto 21, 2010

Chi abbandona i rifiuti è tre volte coglione.

abbandonorifiuti

agosto 15, 2010

Inceneritore che vai, sequestro che trovi

Saranno anche impianti sicuri e moderni, come ce li presentano i loro sostenitori, ma la cronaca italiana è piena di sequestri, chiusure, drammi legati all’inquinamento: dell’ambiente e di conseguenza dell’uomo.

L’ultimo in ordine di apparizione è stato l’inceneritore di Falascaia, noto come Pollino, attivo fino all’8 luglio 2010 aPietrasanta (Lucca), 2 km dalla spiaggia della Versilia. Questo impianto, di proprietà di Veolia (che ha rilevato Tev) è sotto accusa per l’inquinamento a due torrenti limitrofi, in cui ha sversato acqua contaminata da diossine e metalli pesanti. L’inceneritore non era nuovo a questa problematica visto che già nel 2008 era stato oggetto di aggiornamento tecnologico per lo stesso problema. Dall’evidenza dell’acqua avvelenata alla chiusura dell’impianto è trascorso un anno e mezzo. Della serie “controlli severi e massima collaborazione”, altro cavallo di battaglia dei fautori dell’incenerimento.

Lo scorso marzo 2010 è Arezzo protagonista con il sequestro dell’inceneritore della Chimet. Un intero territorio avvelenato da selenio, fiumi, terre coltivate. Un’impresa, la Chimet, blasonata da tutte le certificazioni del caso, che ha continuato ad avvelenare per anni l’ambiente circostante.

gennaio di quest’anno, 2010, sono sempre i carabinieri a sequestrare a Taranto l’impianto di incenerimento dei rifiuti cimiteriali ubicato all’interno del cimitero in località Tamburi, gestito dalla “Amiu Spa”. Il provvedimento di sequestro è scattato a seguito di un controllo ambientale, effettuato dal Noe dopo diverse segnalazioni di esalazioni maleodoranti, durante il quale i carabinieri hanno accertato che l’impianto era sprovvisto delle autorizzazioni provinciali al trattamento ed all’incenerimento dei rifiuti e di quelle relative alle emissioni in atmosfera.

Il grande botto lo fecero i due inceneritori di Colleferro (Roma). 13 arresti, 25 avvisi di garanzia, per sigillare l’intera attività che includeva tra l’altro traffico illecito di rifiuti pericolosi e truffa ai danni dello stato. Il procuratore di Velletri aveva messo in evidenza l’associazione a delinquere, l’immissione in atmosfera di veleni, l’accesso abusivo a sistemi informatici per taroccare i dati delle emissioni. Rifiuti speciali e pericolosi trattati come Cdr per incrementare guadagni e contributi. Eravano nel marzo del 2009.

I carabinieri del Noe hanno colpito a Brindisi sempre nel 2009 sequestrando l’inceneritore a Veolia con annessi il sistema di monitoraggio e controllo delle emissioni, 8 serbatoi verticali da 35 metri cubi contenenti rifiuti liquidi e 1000 fusti accatastati nel piazzale. Il loro contenuto? Nessuna indicazione sui serbatoi…

Siamo nel gennaio del 2008 quando un duro colpo per il comune di Terni: il sindaco Paolo Raffaelli, il Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Speciale Multiservizi ed alcuni tecnici, in tutto nove persone, hanno ricevuto dalla procura un’informazione di garanzia in relazione a tredici presunti reati ambientali connessi al funzionamento dell’inceneritore municipale. Nel contempo l’inceneritore, la stazione di trasferenza e gli impianti connessi sono stati posti sotto sequestro.

L’inceneritore targato Marcegaglia, attuale presidente di Confindustria, è stato sequestrato dalla Procura di Bari nel2008. Si tratta di un impianto che era in costruzione a Modugno, in area a vincolo paesaggistico, con autorizzazioni incomplete o false, con progetti che prevedevano anche altezze degli edificio superiori ai limiti imposti dalla vicinanza con l’aeroporto.

Nel novembre del 2008 tocca a Malagrotta (Roma). L’impianto è risultato privo della certificazione di prevenzione incendi e di altri requisiti di legge e non è giunto nemmeno all’inaugurazione.

Fra febbraio giugno del 2007 è l’inceneritore di Trieste a essere posto sotto sequestro per il superamento dei limiti di legge riguardanti le emissioni di diossine, superiori anche di 10 volte il limite autorizzato.

Taranto ancora al centro dell’attenzione. Militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno posto sotto sequestro preventivo l’inceneritore di Taranto sulla base di un provvedimento emesso dal sostituto procuratore. Secondo il magistrato, sulla base di accertamenti compiuti dai finanzieri, l’impianto, che è gestito da un gruppo di imprese capeggiato dalla ‘Termomeccanica ecologica’, inquinerebbe l’atmosfera. E’ il maggio 2006.

La Lombardia al centro dell’operazione Grisù (maggio 2005). Posto sotto sequestro l’inceneritore ACCAM di Busto Arsizio (Varese) l’impianto che smaltiva i rifiuti non differenziati per un consorzio di 27 comuni nell’area del basso varesotto e dell’alto-milanese. Gli arresti (con custodia cautelare o arresti domiciliari) hanno riguardato ben 19 persone tra cui il direttore tecnico dell’inceneritore assieme a titolari, dirigenti e/o amministratori di diverse società di raccolta/smaltimento di rifiuti,
Pietrasanta, Brindisi, Colleferro, Trieste, Taranto, Busto Arsizio, Arezzo.

Giro giro tondo, casca il mondo…

luglio 13, 2010

Scorie a Coccolia – Cinzia Pasi lancia un segnale d’allarme

Pubblichiamo la nota dell’associazione Clan-Destino. “Arpa renda pubblici i risultati delle analisi e il sito sia messo immediatamente in sicurezza! Era il 2007 ed alcuni aderenti all’Associazione Clan-Destino segnalavano questi sacchi, alcuni recanti marchio di una nota azienda milanese che produce impianti per la siderurgia, abbandonati a ridosso del centro abitato di Coccolia.
Di questi si è recentemente nuovamente occupata la stampa, evidenziando il ruolo di aziende locali e non, tutte coinvolte in questo “affaire” che sarebbe stato messo in piedi mirando al risparmio rispetto ad una corretta gestione e smaltimento di tali rifiuti.
Pare trattarsi infatti di ben 2.500 tonnellate tra scarti di fonderia (12.596 ton ) e scorie di caldaia (piu’ di 871 tonnellate) e cosidette ” ceneri pesanti”, residuo di combustioni, che come tutte le ceneri sono un concentrato di possibili sostanze tossiche… LEGGI L’ARTICOLO

luglio 13, 2010

La politica inceneritorista deve dimettersi

L’inceneritore di Pietrasanta è chiuso, posto sotto sequestro dalla Maggistratura, 6 dirigenti sono sotto inchiesta. Gravissimi i danni all’ambiente e alla salute i comitati che si battono da anni denunciando la pericolosità e inutilità di questi impianti, chiedono la chiusura definitiva
Anche l’inceneritore di Montale è sotto processo, però in questo caso purtroppo…. niente sigilli, e questo nonostante siano stati accertati altissimi livelli di contaminazione nei cibi (polli, uova, carne di manzo ecc) e anche nell’acqua, gli organi di controllo ARPAT e ASL si barcamenano cercando mille scuse per non proporre ai Sindaci le ordinanze di divieto di consumo e commercializzazione dei cibi contaminati, la Provincia, non revoca l’autorizzazione all’esercizio dell’impianto, i Sindaci (proprietari dell’inceneriotre) chiedono di non dover rispondere dei danni ai cittadini nel caso in cui il processo in corso arrivasse ad emettere condanne penali per la gravissima contaminazione verificatasi nel 2007.

Rassegna stampa 2010

giugno 18, 2010

inquinamento modifica il genoma…

dna_500«Così l’inquinamento modifica il genoma»
http://www.terranews.it/news/2010/02/%C2%ABcosi-l%E2%80%99inquinamento-modifica-il-genoma%C2%BB

INTERVISTA. Parla Ernesto Burgio, coordinatore nazionale del Comitato scientifico dell’Isde: «L’esposizione continua ad agenti nocivi come metalli pesanti e particolato ultrafine crea le premesse alle mutazioni che daranno origine ai tumori».
Ernesto Burgio, coordinatore del Comitato scientifico di Isde Italia, l’associazione dei medici per l’ambiente affiliata all’International Society of Doctors for the Environment, gira da anni il Paese per illustrare le nuove frontiere del dna, ed in particolare il fondamento scientifico delle modifiche del nostro programma genetico. Secondo molti scienziati sono alcuni fattori esogeni (inquinanti chimici, virus, radiazioni ionizzanti) a determinare una sorta di stress genetico, che nel giro di alcuni anni o decenni si traduce in vere e proprie mutazioni. Piuttosto che spendere ingenti somme nel settore sanitario solo per le cure, i medici e ricercatori dell’Isde indicano dunque da decenni la strada obbligata della prevenzione primaria: meglio evitare di costruire un impianto inquinante e inutile piuttosto che ignorarne le ricadute ambientali ed esser poi costretti a curare chi ne subisce gli effetti nocivi. In altre parole: meglio cominciare a combattere le cause dei tumori invece di puntare esclusivamente su cure costose e troppo spesso tardive. Terra ha incontrato Burgioo a Napoli. Nella giornata in cui molti Comuni hanno bloccato la circolazione alle auto per provare a contrastare i livelli di inquinamento atmosferico, le sue parole appaiono come un appello accorato alla comunità scientifica e alla società verso un’evoluzione culturale dell’approccio al legame tra salute ed ambiente.

giugno 12, 2010

RIVESTITI, RIUSAMI, RIGIOCAMI

RivestitiIl nostro rapporto con icombustibili fossili – afferma Rob Hopkins – è una dipendenza a tutti glieffetti, paragonabile a quella di un tossicodipendente. Il petrolio è forse ildono più grande che ci ha fatto il pianeta, qualcosa che ci consente di scaldarciquando abbiamo freddo e senza devastare le foreste; di spostarci dal paesello evedere il mondo, oltre che migliorare i commerci liberandoci del carro coibuoi; di produrre plastiche e fondere metalli permettendo una tecnologia maivista prima e che ci facilita la vita in ogni modo.

Tutto questo è destinato gradualmentea ridimensionarsi, poiché le risorse non rinnovabili non durano in eterno e lacrescita infinita non è sostenibile. Crisi ambientale, energetica, economica,si fondono assieme.

Occorre uno sforzo culturale immane per immaginare fin daora che, senza il riciclo spinto dei materiali e la transizione massiccia versole energie alternative, il pianeta semplicemente non può sostenere il “lussosfrenato” al quale ci siamo abituati.

E’ per contribuire a formare questa “mentalità del riciclo” che Domenica 13 Giugno, presso la sala EX-MACELLO di Cesena in via Mulini (mappa), dalle 17 alle 22, sisvolgerà la prima edizione cittadina dell’evento “RIVESTITI, RIUSAMI,RIGIOCAMI”, organizzata dal Movimento Impatto Zero con il patrocinio del Comunedi Cesena. Porta i tuoi vestiti inutilizzati, i tuoi oggetti non più utili, ituoi giochi destinati alla discarica, potrai barattarli con altri vestiti, altrioggetti, altri giochi, in una atmosfera divertente e solidale.

L’iniziativa èrivolta ai tanti che condividono la stessa voglia di mettere in pratica alcunepiccole azioni quotidianeper migliorare il nostro rapporto con l’ambiente e alcontempo fronteggiare la crisi. E’ gradita la partecipazione di Bambini epersone di ogni età.

All’interno dell’evento avverrà la proiezione deldocumentario inedito “Vivere senzapetrolio. L’esperienza di Cuba” edito da MacroVideo. Il 13 Giugno, dalleore 17 alle ore 22 presso l’Ex-Macello di Cesena, il “RIVESTITI, RIUSAMI,RIGIOCAMI” è un appuntamento davvero da non perdere.

Tutto il materialerimanente verrà devoluto al campo Emmaus di Cesena.

maggio 21, 2010

Comunicato stampa: HERA DA INCUBO

ladroNon ci sorprende più di tanto la notizia delle indagini sugli eventuali appalti truccati per vincere le gare di appalto di Hera.
Apprendiamo da internet (perchè sui giornali locali non c’è quasi traccia della notizia e questo dà molto da pensare) che la Procura di Bologna ha inviato 6 avvisi di fine indagine (atto che solitamente prelude al rinvio a giudizio) a quattro funzionari della multiutility e a due imprenditori. Sono accusati di turbativa di gara e rivelazione di segreto d’ufficio, e, per una persona, anche abuso d’ufficio e falso. Si tratta di cinque gare per l’appalto a trattativa privata del settore rifiuti. Gli importi delle gare vanno dai 100.000 agli 800.000 euro.
La Guardia di Finanza ha inoltre scoperto che i funzionari di Hera sono soliti segnalare per ogni gara a trattativa privata, il nome di una ditta “consigliata”, perché considerata la migliore sul mercato, che poi spesso vince l’appalto. Per questo fatto il Pm Lazzarini non ha tuttavia ravvisato alcun reato.
I funzionari di Hera si sono difesi sostenendo che l’azienda opera in regime privato e non è tenuta a rispettare la procedura prevista per gli appalti pubblici.
Questo ripropone l’intollerabile voltafaccia che si ripete continuamente: quando fa comodo Hera è una società pubblica e quando fa comodo è privata: sempre di comodo si tratta, ma sicuramente mai a favore dei cittadini.

L’indagine si occupa anche di sei persone, accusate di aver taciuto e falsificato dei documenti relativi al ritrovamento di rifiuti tossici all’interno dell’area di via Berti Pichat, a Bologna, che ospita la sede di Hera. I cianuri sono stati ritrovati durante alcuni scavi.
L’avvocato di Hera ha dichiarato che l’azienda si considera parte lesa.
Ci si chiede in che senso Hera possa considerarsi parte lesa.

Dopo questa nuova notizia, mi chiedo se ci sarà qualche sussulto di sdegno in Consiglio Comunale a Forlì.
Il 1° dicembre 2009 chiesi di poter discutere un ODG sull’affare Hera-Cosentino che in realtà rimanda ad un comportamento ben più diffuso del singolo caso giudiziario, in quanto trattava dell’inopportunità che Hera stipulasse società senza gara ad evidenza pubblica e con società coperte da segreto fiduciario (con capitale coperto), senza certificato anti-mafia.
A parte i due colleghi di IDV, che firmarono l’ODG, nessun altro consigliere volle sottoscriverlo, negandomi la possibilità di discuterlo in Consiglio.

Ora che questo argomento ritorna d’attualità e riguarda vicende molto più vicine a noi, toglierà ogni dubbio a chi non volle firmarlo per una supposta non competenza territoriale che si legava, nel caso precedente, al fatto che fosse scaturito da una vicenda collocata nel napoletano (anche se era coinvolta Hera di Imola)?

Costituzione di società con società coperte da segreto fiduciario pur essendo una partecipata, appalti “poco chiari”, rifiuti tossici, spese ingiustificate in “sperimentazioni” o in posizionamenti di nuovi bidoni pur sapendo che si inizia a breve con il Porta a Porta, sprecando soldi dei cittadini, IVA fatta pagare su una tassa …
Avrei molte cose da chiedere a Hera: è dall’inizio del mandato, precisamente il 2 novembre 2009, che ho chiesto una commissione conoscitiva su Hera per porre alcune domande e sto ancora aspettando…
Aspetta e sp(H)era…

Raffaella Pirini
Lista Civica DestinAzione Forlì

maggio 13, 2010

La Commissione richiama l’Italia

La Commissione richiama l’Italia per i livelli di inquinamento da particelle sottili

inquinamento_pm10da www.ilb2b.it La Commissione richiama l’Italia per i livelli di inquinamento da particelle sottili Un secondo e ultimo avvertimento scritto è stato inviato all’Italia per aver superato i valori limite del PM10 in numerose zone o agglomerati del Paese L’inquinamento atmosferico continua a causare ogni anno più di 350.000 morti premature in Europa. In Italia sono ancora troppi i luoghi dove, per ogni 10.000 abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente solo a causa del particolato. Gli Stati membri devono continuare a prendere sul serio le norme europee di qualità dell’aria e adottare i provvedimenti necessari per ridurre le emissioni. L’azione della Commissione fa seguito all’entrata in vigore, nel giugno 2008, della nuova direttiva UE sulla qualità dell’aria. La direttiva autorizza gli Stati membri a chiedere, nel rispetto di certe condizioni e per determinate parti del Paese, una proroga di durata limitata per l’adeguamento alle norme in materia di PM10 entrate in vigore nel 2005. All’inizio del 2009 le prime lettere di avvertimento sono state inviate agli Stati membri che non avevano ancora notificato richieste di proroga o non l’avevano fatto per tutte le zone che superavano i valori limite fissati per il PM10. La maggior parte degli Stati membri interessati ha pertanto inviato richieste di proroga. L’Italia ha presentato due notifiche riguardanti circa 80 zone situate in 17 regioni e province autonome. La Commissione ha tuttavia respinto gran parte delle richieste in quanto le zone non soddisfacevano tutte le condizioni previste dalla direttiva. Nella maggioranza dei casi l’Italia non era in grado di dimostrare che l’azione intrapresa avrebbe garantito il rispetto dei valori limite UE entro il termine della proroga. Poiché l’Italia non ha trasmesso nuove notifiche, la Commissione ha deciso di inviare l’ultimo avvertimento scritto. Se l’Italia non prende le misure necessarie per conformarsi alla normativa, la Commissione potrà adire la Corte di giustizia europea. La Commissione continua ad adottare decisioni in merito alle notifiche di proroga inviate dagli Stati membri. La Commissione potrà procedere alle fasi successive della procedura di infrazione nei confronti di altri Stati membri se solleva obiezioni alle richieste presentate. I valori limite per il PM10 impongono una concentrazione annuale di 40 microgrammi μg/metro cubo e una concentrazione giornaliera di 50 μg/metro cubo, che non può essere superata più di 35 volte per anno civile. Le proroghe interessano solo le zone per le quali è comprovato che nel 2005 sono stati compiuti sforzi per raggiungere i valori limite, ma che non è stato possibile conformarvisi a causa di circostanze esterne particolari. Gli Stati membri devono inoltre dimostrare che si conformeranno alle norme entro la nuova scadenza, fissata per giugno 2011, predisponendo un piano per la qualità dell’aria. Commissione Europea: ec.europa.eu/environment

maggio 04, 2010

AMIANTO, IL CONSIGLIO DI STATO SI OPPONE

amianto4AMIANTO, IL CONSIGLIO DI STATO SI OPPONE ALLO  SCANDALOSO EMENDAMENTO APPROVATO IN PARLAMENTO

Roma 04.05.10: – “Il Consiglio di Stato appone lo stop allo scandaloso emendamento Battaglia, il Tribunale di Roma accoglie l’opposizione all’archiviazione dei familiari dei lavoratori italiani deceduti per l’esposizione all’amianto in Svizzera”. Così l’On.le Scilipoti con riferimento al problema amianto. “E’ il tentativo evidente, quello del Senatore Battaglia, con una legge successiva, approvata con il voto di fiducia chiesto dal Governo, di influire sul giudizio del Consiglio di Stato, per ottenere la sospensiva e per pregiudicare i diritti dei lavoratori vittime dell’amianto, per i quali non è ammissibile – prosegue Scilipoti – alcuna discriminazione e diverso trattamento non giustificato e non giustificabile”. Proprio con queste argomentazioni l’Avv. Ezio Bonanni ha difeso le ragioni dei lavoratori e l’Associazione Esposti Amianto FVG innanzi al Consiglio di Stato, riuscendo ad ottenere che il Presidente del Consiglio di Stato invitasse l’avvocatura dello Stato stesso a rinunciare alla richiesta di sospensione dell’esecutività della Sentenza del Tar del Lazio. “Con questo intervento del Consiglio di Stato – continua Scilipoti – siamo riusciti ad evitare che il Senatore Battaglia, il Presidente del Consiglio Berlusconi, il Ministro Sacconi e il Ministro Tremonti potessero assestare l’ennesimo schiaffo ai lavoratori italiani e alle vittime dell’amianto. Ciò non è ammissibile – insiste Scilipoti – chiamiamo tutti alla mobilitazione perché i diritti sono diritti di tutti e non di pochi e va ripudiata ogni forma di egoismo e discriminazione, soprattutto per chi è vittima del progresso e delle sue distorsioni. Sempre oggi, su richiesta del legale Bonanni, è stata accolta l’opposizione alla richiesta di archiviazione dei familiari di un lavoratore dell’amianto negli stabilimenti Svizzeri; il Giudice ha disposto che il Procuratore della Repubblica di Roma, competente per gli italiani deceduti all’estero vittime di reato, prosegua le indagini con termine di tre mesi. Chiederemo che sia istituita una commissione d’inchiesta sui lavoratori italiani morti all’estero per l’amianto – conclude Scilipoti -  che sembrerebbero, al momento, privi di qualsiasi tutela”.

On. Dott. Domenico Scilipoti

maggio 04, 2010

Salute e atmosfera

imagesda greenreport.it
NAPOLI. La rivista Epidemiologia & Prevenzione ha pubblicato, come supplemento al suo ultimo numero, un libretto curato da tre ricercatori dell’Unità di epidemiologia ambientale polmonare dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, Sandra Baldacci, Sara Maio e Giovanni Viegi intitolato Inquinamento atmosferico e salute umana e dedicato, potremmo dire, agli effetti medici del traffico e del riscaldamento in città.
In realtà il libretto fa il punto della situazione sugli effetti sulla salute di alcuni inquinanti – particolato, ossidi di zolfo e di azoto, ozono – prodotti principalmente dal traffico. Il libro spiega come si effettua il monitoraggio e il controllo dell’aria, come si valuta l’esposizione delle persone a questi inquinanti, quali sono le norme e i consigli delle autorità sanitarie nazionali e internazionali, come si studiano gli effetti sulla salute dell’esposizione a questi inquinanti e, infine, ci dice quali sono gli effetti misurati sulla salute prima di concludere con una valutazione degli interventi di prevenzione.
Un libretto davvero utile perché fa il punto scientifico su una problematica di interesse generale, su cui molti parlano e troppo spesso senza conoscere.
Consideriamo gli due ultimi aspetti. E cerchiamo di riassumere, inquinante per inquinante, quali sono gli effetti sulla salute. Consideriamo la salute degli adulti. Uno studio recente che ha coinvolto 22 milioni di persone negli USA ha dimostrato che un incremento di 15 μg/m3 (microgrammi su metro cubo) di PM2,5 polveri sottili di diametro inferiore a 2,5 μm (micron) provoca come effetto a breve termine un incremento della mortalità dello 0,61%. Mentre un atro studio su 500.000 persone in aree metropolitane degli USA ha mostrato che un incremento dell’esposizione di lungo periodo alle medesime polveri di 10 μg/m3 determina un incremento di mortalità complessiva del 6% (e, in particolare, del 9% per malattie cardiopolomonari e del 14% per tumore ai polmoni).
Altri studi condotti in Europa e anche in Italia hanno dimostrato effetti analoghi. Anche le polveri PM10 (diametro inferiore a 10 μm) determinano un aumento della mortalità a breve (0,31% per incrementi di concentrazione di 10 μg/m3) e a lungo termine. Anche se gli effetti a lungo termine vanno meglio studiati.
Allo stesso modo, è stato dimostrato che in alcune città italiane l’aumento della concentrazione di 10 μg/m3 di ozono, biossido di azoto e ossido di carbonio provoca a breve un aumento della mortalità totale, rispettivamente, dello 0,6%, dello 0,31% e dell’1,2%. Nel lungo periodo si è misurata negli Usa un aumento della mortalità del 4% associata a un incremento di 10 ppb (parti per miliardo) di ozono. A Gehring in Germania è stato dimostrato che il rischio di morire per cause cardiopolmonari tra le donne di età compresa tra 50 e 59 anni che vivono entro 50 metri da strade ad alto traffico aumento del 70% rispetto a quelle che vivono più lontano.
Molto significativi sono anche i dati, per così dire, in negativo. Cosa succede se le emissioni vengono abbattute con adeguate politiche di prevenzione? Uno studio a Dublino effettuato 72 mesi prima e 72 mesi dopo un intervento che ha consentito di far diminuire di 35,6 μg/m3 la concentrazione di black smoke, le morti per cause respiratorie sono diminuite del 15,5% e quelle per cause cardiovascolari del 10,3%.

Un altro studio negli Usa ha dimostrato che la riduzione della concentrazione di PM2,5 di 10 μg/m3 determina una diminuzione di mortalità per tutte le cause del 37% e un aumento della vita media di 0,61 anni.
Insomma, il libretto mostra che l’inquinamento atmosferico ha effetti (negativi) misurabili sulla salute. Ma anche, come spiegano Baldacci, Maio e Viegi, che sono possibili interventi di riduzione dell’inquinamento atmosferico capaci di prevenire in maniera misurabile ed evidente danni alla salute pubblica.