Francesco Vassallo scrive su Brescia Oggi. Il suo articolo è del 4 dicembre scorso e racconta dell’emergenza sanitaria che sta vivendo la popolazione di un quartiere di Brescia, San Polo, dove ci si ammala e si muore di più per malattie respiratorie e per alcuni tumori.
La notizia era arrivata la scorsa estate e per i bresciani era stata una doccia fredda.
Dopo i dibattiti e le polemiche, le accuse incrociate alle realtà produttive, alle discariche, al traffico di autostrada e tangenziale che penalizzano San Polo, è tempo di cominciare ad indagare sul perché di numeri e dati tanto discordanti dal resto della città.
E noi oggi guardiamo con attenzione alla piantina della città scoprendo che il quartiere di San Polo dista dal forno inceneritore “più bello del mondo” solo 3 km, come si vede dall’immagine allegata.
A Brescia oggi inizia l’indagine sulle malattie respiratorie nella popolazione infantile, promossa dall’Asl di Brescia con la collaborazione delle scuole primarie e secondarie di primo grado pubbliche e paritarie della città: nei primi sette istituti che hanno aderito all’iniziativa sono stati distribuiti 600 questionari rivolti ai genitori dei bambini dai 6 ai 14 anni, la fascia di età che si intende analizzare.
Studiare i bambini, perché stanno male.
Il questionario, composto da 60 domande a risposta multipla, viene consegnato a scuola agli alunni e richiede la compilazione da parte dei genitori, per comprendere lo stato di salute dei ragazzi e l’eventuale presenza di disturbi respiratori, altre patologie o allergie, le abitudini quotidiane, il luogo in cui vivono e le caratteristiche dell’abitazione.
L’Asl ha invitato a partecipare tutte le 80 scuole primarie e secondarie di primo grado della città, e da gennaio l’indagine partirà in un altro gruppo di istituti. L’obiettivo è raccogliere 2 mila questionari nelle scuole di San Polo, da confrontare con altri 2 mila questionari provenienti dagli istituti di altri quartieri della città, per approfondire se e come l’andamento di disturbi e malattie respiratorie dei bambini di San Polo differisca dai coetanei che abitano in zone diverse, e quindi se esistono peculiari fattori di rischio a San Polo rispetto al resto della città.
Abitare in un luogo oppure in un altro, stessa città, stesse abitudini. E’ l’impronta ambientale, il sigillo delle polveri sottili. Sarà anche Parma così? Abitare a Ugozzolo porterà vantaggio, come sosteneva nonno Allodi, o sarà meglio emigrare?
Lo studio, interamente finanziato dall’Asl, costerà 90 mila euro e richiederà alcuni mesi per essere completato con l’elaborazione dei dati. L’analisi sulla popolazione infantile rappresenta il proseguimento dei due studi realizzati dall’Asl sui dati relativi agli anni 2004-2008, da cui era emerso a San Polo un tasso superiore di mortalità e ricoveri rispetto alla media urbana per alcune patologie come le malattie respiratorie non oncologiche (bronchiti acute, faringiti, laringiti, polmoniti, Bpco, asma, causa del 20-30 per cento in più di ricoveri nelle diverse fasce di età) e i tumori alla vescica e al fegato.
Oggi Brescia, domani Parma. Ci stiamo costruendo da soli il nostro destino.
Lo possiamo cambiare se ci fermiamo, subito.
Possibile che i nostri amministratori siano tutti ciechi e sordi?
Forse ci sono altri interessi sotto questo business dell’inceneritore, interessi che non si possono raccontare, silenzi da sostenere fino alla fine, che stanno alla base di questa insolita cocciutaggine.
Domani Parma parlerà, rifiutando la fuga dalla realtà e richiedendo a gran voce che per il bene di tutta la comunità l’inceneritore sia fermato. Ora.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR
Parma, 10 dicembre 2010
-524 giorni all’avvio dell’inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+182 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l’inceneritore costa 315 milioni di euro?
A un giorno dalla fiamma di Lucia
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Con preghiera di pubblicazione
Buon lavoro e grazie
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Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR
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