Mercoledì 1 dicembre 2010 è stata dichiarata da Gaia (l’alleanza mondiale per le alternative all’incenerimento) “giornata mondiale contro l’incenerimento”.
Lo scopo di questa iniziativa è quello di sensibilizzare la popolazione e renderla consapevole che le alternative all’incenerimento dei rifiuti sono già da tempo sperimentate e conosciute.
E’ dimostrato che il bilancio energetico complessivo è decisamente a sfavore dell’incenerimento, che si dimostra essere una scelta politica di corto respiro e che trasforma il rifiuto in residui pericolosi, ceneri ed emissioni tossiche (centinaia di tipi) con uno scarso recupero energetico, circa il 15 % in energia elettrica (dati CEWEP) e con maggiori costi a carico della comunità.
L’energia elettrica prodotta è proporzionalmente talmente scarsa che in assenza di sovvenzioni statali (ad esempio i CIP6), nessuno troverebbe conveniente produrla mediante gli inceneritori.
La minor produzione di rifiuti, il riuso e il riciclo sono inconfutabilmente migliori per l’ambiente, per la salute e per l’economia del territorio. A questi punti cardine va aggiunto il sistema di raccolta dei rifiuti col metodo Porta a Porta, che è fondamentale per ottenere la massima percentuale di rifiuto differenziato e che consentirebbe ai cittadini, attraverso l’applicazione della tariffa puntuale, di ridurre gli importi delle bollette.
Per aderire a questa iniziativa l’Associazione Clan-Destino ha organizzato, per mercoledì 1 dicembre, una giornata di digiuno per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti del reale problema che conduce all’emergenza rifiuti come quella di Napoli, cioè la mancanza di volontà politica di fare scelte che evitano l’incenerimento.
Investendo, invece, in un’economia industriale che riutilizza il rifiuto come materia prima seconda, affiancato da un sistema di raccolta domiciliare dei rifiuti, il Porta a Porta, come chiedono da anni i cittadini napoletani, si otterrebbe una drastica riduzione dei rifiuti da smaltire e nuove opportunità di lavoro.
Oltre ai vari iscritti dell’Associazione hanno deciso di aderire al digiuno anche il Consigliere Comunale di Destinazione Forlì, Raffaella Pirini, e vari membri della Lista Civica, indicando in questo gesto il significato simbolico di “una opportunità per evitare di mangiare cibo inquinato dalle emissioni di questi impianti esistenti anche a Forlì”. Per questo motivo mercoledì ci nutriremo solo con sostanze liquide tipo acqua, the senza zucchero e tisane varie. Chiediamo pertanto la partecipazione in massa di tutta la cittadinanza per questo gesto che serve anche come supporto alle battaglie che stanno sostenendo tantissimi comitati in Italia, le mamme di Terzigno, tutta nel tentativo di poter garantire un futuro sano ai propri figli.
(ASCA) – Roma, 7 giu – A breve dovrebbero essere chiusi i contratti e
arrivare i primi stop alle convenzioni con i produttori di elettricita’
CIP6, l’energia incentivata perche’ ”assimilabile” alle rinnovabili.
Secondo quanto riferiscono fonti vicine al dossier, i primi decreti del
Ministero dello Sviluppo Economico per la chiusura di alcune
convenzione degli impianti CIP6 a gas saranno pronti per la fine di
giugno mentre entro il 2010 potrebbero essere chiusi quelli per le
centrali alimentate con combustibili piu’ ”difficili” come gli scarti di
raffineria.
Dopo il decreto di fine 2009 che prevedeva la possibilita’ di chiudere
anticipatamente le convenzioni ”c’e’ stata un’adesione pressoche’
completa – apprende l’Asca da fonte qualificata – tutti i produttori con
convenzioni in essere hanno presentato la loro manifestazione
d’interesse per verificare la possibilita’ di aderire. In questa fase il
Ministero sta conducendo gli approfondimenti necessari per stabilire
alcuni parametri del decreto e per quantificare i corrispettivi da
riconoscere per la chiusura anticipata delle convenzioni”.
”Le difficolta’ – prosegue – sono legate alla numerosita’ degli impianti
ed alla loro diversita’. Per questo abbiamo deciso di partire con quelli
alimentati a gas che sono piu’ semplici da gestire nella trattativa e piu’
omogenei tra loro. Oltre a questo bisogna considerare che il decreto
stabilisce un percorso volontario quindi bisogna arrivare a termini
condivisi con i produttori per chiudere i contratti”. ”Con alcuni
produttori siamo in fase conclusiva, con altri ancora in fase iniziale
ma nel corso del mese si auspica ci possano essere i decreti con le
condizioni per chiudere i primi impianti”.
Ci vorra’ piu’ tempo per chiudere gli accordi con i petrolieri perche’ gli
impianti usciti dal Cip6 dovranno conque restare in esercizio per
provvedere allo smaltimento dei combustibili di scarto della raffineria.
Sul fronte dei costi ‘’sicuramente ci sara’ un risparmio sulle bollette”
rispetto ad andare avanti con le convenzioni fino alla loro scadenza
(l’ultima termina nel 2020). Anche se nella trattativa con i produttori
”non si puo’ essere troppo stretti perche’ il decreto e’ su base
volontaria e il singolo produttore puo’ sempre ritirarsi se i termini non
lo convincono”.
Ancora ”difficile” fare una stima sul risparmio finale in bolletta perche’
”gli indennizzi di chiusura anticipata del contratto vengono fissati caso
per caso”.
Il problema e’ far si’ che anche in caso di risoluzione delle
convenzioni ci sia un’adeguata ‘’spalmatura” degli oneri da
recuperare in bolletta,.
Per questo il versamento di questi corrispettivi ‘’sara’ posticipato a
fine 2010-2011 non necessariamente in un’unica soluzione ma si
pensa in due o tre rate semestrali”.
Anche in questo caso, pero’, l’onere rischia di essere eccessivo e
allora la soluzione ‘’sempre per evitare un impatto forte in bolletta
potrebbe essere quella di prevedere piani finanziari specifici per
pagare gli indennizzi ai produttori”.
Post di: admin / Categoria:
CIP 6 /
Commenti (0) /
Aggiungi commento
ROMA, 10 febbraio (Reuters) – La Commissione europea ha inviato al governo italiano una missiva in cui lo avverte che sta indagando sui rimborsi per il nucleare e gli incentivi alla produzione da fonti rinnovabili per incompatibilità con il trattato Ue.
E’ quanto è scritto nel documento che Reuters ha potuto consultare e che è stato inviato il 29 gennaio al presidente del Consiglio, al ministero dell’Economia, al ministero dello Sviluppo economico e al ministero degli Esteri. La lettera si apre con un necessario avvertimento: “La presente costituisce lettera di costituzione in mora inerente la procedura d’infrazione 2003/2246 concernente alcuni aspetti della tassazione dell’elettricità in Italia“. Una lettera a cui lo Stato italiano dovrà rispondere entro due mesi, fornendo, fra le altre, informazioni sull’entità dei contributi raccolti con le tariffe e la quantità di risorse versate ai produttori nazionali.
LEGGI TUTTO L’ARTICOLO