luglio 24, 2011

Russi: il TAR accoglie la richiesta di sospensiva.

Vittoria!!! I cittadini e le Associazioni gridano ad alta voce Vittoria contro i poteri delle grandi Lobbies, contro i novelli paladini della “green economy” che indirizzano e condizionano le scelte della politica.

A nulla è quindi servita la scandalosa Delibera salva-PowerCrop passata in Giunta Regionale lunedì scorso (n. 969/2011), nella quale vengono individuati ed esclusi i siti ove non sarà più possibile installare impianti a biomasse, eccezion fatta per la centrale a biomasse di Russi!!

Davide batte così Golia!!!!!!

Cinzia Pasi e Roberta Babini lo avevano annunciato fin dal 2008 che si sarebbero percorse tutte le strade possibili per contrastare questo folle progetto, marcando stretto l’azienda, seguendo non solo tutti e tre i progetti presentati da PowerCrop, visti, rivisti e modificati anche in maniera sostanziale, ma anche le procedure parallele attivate nella zona SIC ZPS delle vasche interne ed esterne all’ex zuccherificio.

Le argomentazioni esposte all’interno del ricorso erano molteplici e forti. Tra i numerosi punti quelli davvero macroscopici erano di fatto i due pareri negativi espressi in momenti diversi dalla Direzione Regionale dei Beni Culturali di Bologna e dalla Soprintendenza di Ravenna. Motivo del contendere l’ormai famosissimo Palazzo San Giacomo difeso anche dal Premio Nobel Dario Fo, distante solamente 140 metri dall’inceneritore proposto da PowerCrop. La discussione che si è tenuta il 6 luglio u.s. al TAR di Bologna a porte chiuse ha visto impegnato il fior fiore degli studi legali bolognesi. L’avvocato Federico Gualandi legale di questo ricorso promosso dalle esponenti di Ravenna Virtuosa/Clan Destino, sottoscritto dalle associazioni Italia Nostra e WWF nazionali e da 130 coraggiosi cittadini, si è trovato contrapposto il noto studio Roversi Monaco che oltre a rappresentare PowerCrop rappresentava anche la Provincia di Ravenna scelta a nostro parere di dubbio gusto.

Questo brillante risultato, frutto di anni di lavoro è dedicato a quei 130 cittadini che hanno creduto in noi, a dispetto di quei personaggi più o meno vicini al PD, unico vero grande sostenitore di questo progetto, che nel periodo elettorale si mostravano contrari per poi successivamente adoperarsi affinché i cittadini non sottoscrivessero il ricorso, diffondendo informazioni false su ipotetiche risarcimenti danni, infiltrandosi persino nelle assemblee cittadine a seminare discordie. E’ venuto anche a mancare il sostegno delle Associazioni Agricole a livello provinciale, sorde agli appelli dei loro associati di Russi. Ma nRussionostante tutto, con estrema pervicacia, al fianco di chi ha creduto che questo percorso seppur difficile era da intraprendere e a coloro che ci hanno sempre incoraggiato, siamo andate fino in fondo, raggiungendo oggi con orgoglio questo importante successo.

Cinzia Pasi – Roberta Babini

luglio 24, 2011

La centrale a biomasse crea 20 posti di lavoro

LIVORNO. Se fatturi 100 guadagni 25. Ripetiamo: il 25% di redditività, che può salire o scendere a seconda del costo del combustibile. Le centrali a biomasse sono galline dalle “uova d’oro”, almeno finchè resisteranno gli incentivi, chiamati “certificati verdi”. E a Livorno una aprirà il prossimo anno. In un’area sensibile del porto: tra i grandi depositi di Neri e D’Alesio e la Sintermar, il terminal portuale che è atteso da uno showdown tra i soci sulla sua destinazione futura: portuale o, appunto, industriale. «La centrale a biomasse produrrà utili per la società, energia per la città e le industrie e lavoro per i livornesi: si prevedono circa 20 assunzioni» spiegano alla Enital, la società che si è insediata in via Leonardo da Vinci 39, rilevando 11mila metri quadrati di terreno della ex Carbochimica. Gli altri 30mila mq dell’area sono stati comprati dalla Toscopetrol, la società di stoccaggio e movimentazione di bitume e olii vegetali di proprietà di Neri e D’Alesio. Per ora, le due entità sono autonome: i 30mila metri cubi di depositi della Toscopetrol vengono utilizzati per stoccare gli olii vegetali diretti alla Novaol, l’industria confinante che produce biocarburante. Ma in futuro potrebbero nascere sinergie tra le due operazioni, comunque accomunate da un’idea: che la sponda sul Canale Industriale debba diventare un sito produttivo. Già adesso Enital ha un accordo di buon vicinato con Novaol-Doc (Neri) per sconfinare con la nave sulla banchina adiacente. Il ministero dell’ambiente, nel settembre scorso, ha approvato il piano di bonifica dell’area. La bonifica, che è la prima che viene fatta nel Sin – il sito di interesse nazionale – di Livorno è stata avviata e deve concludersi entro settembre. Dovranno essere asportate 9000 tonnellate di terreno, fino a una profondità di 2 metri e 80. Nonostante che il sito sia stato occupato per molti anni da un’industria inquinante – la Carbochimica, produzione di catrame – risulta inquinato solo il primo strato di terra, circa 30 centimetri. Terminata la bonifica, in autunno si cominceranno i lavori. La centrale a biomasse utilizzerà motori a basso impatto e, bruciando olii vegetali (palma, soia, colza, jatropha), produrrà 23,5 megawatt di elettricità e 49,5 megawatt termici all’ora. L’energia elettrica sarà venduta a Terna e immessa nella rete nazionale. Enital costruirà l’elettrodtto da 132 kilovolt per l’allaccio alla centrale Enel del Marzocco. I lavori avranno una durata di 14 mesi, ragion per cui alla fine del 2012 la centrale potrebbe entrare in funzione. Nella fase di start-up sarà monitorata dai tecnici dell’Arpat per il controllo delle emissioni. La centrale brucierà 40mila tonnellate l’anno di olii vegetali, che arriveranno via mare, con navi che attraccheranno alla banchina Enital-Toscopetrol sul Canale Industriale. Gli olii saranno stoccati nei cinque depositi di Enital che saranno a servizio dell’impianto. L’investimento è imponente: dai 35 ai 40 milioni. La società Enital è partecipata da due soci al 50%, un immobiliarista romano e un imprenditore napoletano nel campo dei servizi ambientali, mentre il direttore è Paolo Giovannetti, livornese, già dipendente Carbochimica, un passato anche di funzionario all’Autorità Portuale. Con gli attuali incentivi ambientali, Enital conta di recuperare l’investimento in tempi brevi, cinque anni al massimo. Le centrali a biomasse hanno un range di redditività che varia dal 20 al 30 per cento, in funzione del prezzo del combustibile (ora ai massimi, circa 650 dollari a tonnellata). C’è infine l’aspetto occupazionale. Nella procedura autorizzativa, Enital ha firmato un accordo con il Comune nella quale si impegna ad assumere una ventina di persone dal territorio livornese. Servirà personale altamente qualificato, che la società formerà in proprio, attingendo soprattutto da diplomati al Nautico e periti meccanici.
5 luglio 2011

articolo tratto da http://iltirreno.gelocal.it