settembre 14, 2010 |
Convegno sull’accesso all’informazione ambientale Bologna 25 sett |
settembre 14, 2010 |
Convegno sull’accesso all’informazione ambientale Bologna 25 sett |
settembre 14, 2010 |
Circoscrizione Roncalceci poco trasparente |
settembre 14, 2010 |
RONCALCECI: GASSIFICATORE DI BIOMASSE |
ALL’ATTENZIONE DEL CAPOREDATTORE CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE.
RONCALCECI: GASSIFICATORE DI BIOMASSE LA CIRCOSCRIZIONE NON RISPETTA TEMPI E REGOLE E “BRUCIA” LA PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA.
E’ sicuramente un grande interesse quello che i cittadini della circoscrizione e non solo, stanno mostrando nei confronti di questo progetto volto al mega business della produzione di energia elettrica che la ditta CTS vorrebbe realizzare nella campagna di Roncalceci.
Gia’ dalla settimana scorsa, era stata fissata la data del 7 settembre per la serata destinata allo svolgimento del consiglio di Circoscrizione che prevedeva gia’ ben 12 punti all’ordine del giorno. Di tale incontro era gia’ stata divulgata informazione alla popolazione a mezzo convocazione pubblica affissa nelle bacheche.
il 6 settembre 2010 pero’ e’ stato recapitato ai consiglieri un documento in cui veniva data notizia dell’inserimento in o.d.g per la serata del 7 settembre, vale a dire il giorno dopo, di un punto specifico relativo al progetto di gassificatore .
Spiace rilevare come, dal punto di vista formale, tale “inserimento” fatto il giorno prima, non rispetti i tempi previsti, vale a dire i 5 giorni prima dello svolgimento dell’incontro tempistica indispensabile prevista per darne la massima diffusione e pubblicita’ per permettere la corretta informazione alla cittadinanza e la conseguente partecipazione.
La nostra associazione, prima dell’inizio della seduta di consiglio del 7 u.s, ha richiesto ufficialmente un incontro pubblico NON politico ma con esperti super partes affinche’ la popolazione possa essere informata e, ritenendo grave il non rispetto della tempistica per l’inserimento dell’argomento all’o.d.g. ha provveduto a segnalare tale inadempienza, chiedendo lo stralcio del punto all’o.d.g in quanto tale operato ha impedito di fatto ai cittadini di esercitare il diritto fondamentale alla partecipazione democratica.
Ovviamente tale richiesta non e’ stata accolta dal Presidente , l’argomento e’ stato affrontato come ultimo punto chiudendo cosi’ una seduta organizzata e gestita nel pieno NON rispetto delle regole ………alla faccia della partecipazione .
Per Associazione Clan-Destino
Cinzia Pasi – Roberta Babini
settembre 14, 2010 |
L’inceneritore di Acerra ko da mesi |
L’inceneritore di Acerra ko da mesi
Ma Impregilo vuole 350milioni dalla Regione
Berlusconi lo aveva presentato come l’arma per sconfiggere il problema della monnezza. Disse: “E’ un dono di Dio da ricostruire in quattro regioni italiane”
Nel dicembre scorso Guido Bertolaso dichiarava: “Il dato inconfutabile è che ci sono 6 discariche a norma, 7 impianti Stir attivi e un termovalorizzatore che funziona come un orologio svizzero, non inquina e produce reddito (…) Aver risolto questa emergenza è dunque per me la maggiore soddisfazione possibile”. Sanciva la fine dell’emergenza rifiuti in Campania, almeno sulla carta, e la fine della gestione commissariale da lui guidata nel ruolo di sottosegretario di governo.
Oggi, però, le cose non sembrano più così rosee. L’inceneritore, infatti, è quasi fermo. E per due giorni si è fermata anche la terza linea . Il miracolo è compiuto, l’impianto più grande d’Europa, inaugurato in pompa magna da Berlusconi e Bertolaso, è andato in ferie a settembre Solo una linea funzionava, una è chiusa per manutenzione, l’altra si è fermata per gravi problemi strutturali. Un simile quadro fa venire a galla tutte le preoccupazioni su un impianto che era vecchio già al momento dell’inaugurazione , anzi diciamo un pacco di rottami da riciclare in Campania. Era un impianto obsoleto già nel 1998, all’epoca della gara che assegnò la gestione degli impianti per il trattamento dei rifiuti in Campania e la realizzazione dell’inceneritore all’Impregilo e alle sue controllate. La Partenope ambiente, società dell’A2a che ora ha preso in gestione l’impianto, fa sapere che “siamo nella norma e sostanzialmente in linea con le previsioni, niente di preoccupante”.
A quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, l’impianto ha seri problemi di tenuta, e non riesce a garantire la combustione delle 2.000 tonnellate al giorno previste, basta leggere i dati sulle quantità bruciate forniti dalla stessa proprietà. Nel marzo 2009 Silvio Berlusconi, quando schiacciò il pulsante rosso per accendere l’inceneritore, dichiarò la fine dell’emergenza. Assicurava: “L’impianto è davvero impressionante. Funziona benissimo. Dall’immondizia si riuscirà a ricavare energia Berlusconi lo aveva presntato come un “dono di Dioelettrica pulita. Non inquinerà e sarà come tre auto di media cilindrata in moto”.
Nella zona di Acerra, Pantano dove sorge l’inceneritore, le polveri sottili, hanno sforato i limiti consentiti in ben 250 giorni su 500, secondi i dati Arpac (il limite è di 35 sforamenti annuali). In realtà al momento inquina meno di tre auto in moto, visto che, nel silenzio generale, funziona a scartamento molto ridotto. Ma il primo ministro pensava addirittura di esportarlo: “ Questo impianto è un dono di Dio, si tratta di un prototipo da ricostruire in almeno quattro regioni italiane”. Non pago Berlusconi parlò dei manager di Impregilo come degli eroi, manager sotto processo, insieme con l’ex commissario Antonio Bassolino, per la gestione dei rifiuti campani. Intanto, la società milanese vuole i soldi per la costruzione del megaforno. Si parla di una cifra superiore ai 350 milioni di euro ( secondo uno studio dell’Enea). Questi soldi potrebbero essere versati dalla Regione Campania a Impregilo. Tutto a carico dei cittadini. Oltre al danno, la beffa. Una valanga di soldi per l’inceneritore che non fa miracoli.
di Tommaso Sodano e Nello Trocchia
settembre 14, 2010 |
La disinformazione sul nucleare |
Disinformazione nucleare In questi giorni stampa, radio e Tv hanno preso lo spunto da un rapporto presentato nel workshop Ambrosetti per inondarci di servizi sulla bontà e sulla economicità del nucleare. In realtà, il report citato, che ha la pretesa di essere imparziale, è pieno di dati superati e a volte fantasiosi, soprattutto quando affronta gli aspetti economici. Non è difficile immaginare quindi chi lo abbia commissionato.
“Prezzi dell’elettricità europei e quindi più bassi del 25-30%”, così Federico Rendina inizia un articolo a piena pagina sul Sole 24 Ore del 6 settembre a commento del workshop Ambrosetti sul ritorno dell’atomo in Italia. “Con il nucleare 11 miliardi di risparmi”, titola La Stampa, riferendosi allo stesso incontro. Radio e televisioni hanno preso lo spunto del mediatico workshop per inondarci di servizi sulla bontà e sulla economicità del nucleare.
Incuriositi da queste notizie in controtendenza rispetto ad un contesto problematico che sta rallentando il tentativo di rilancio nucleare nel mondo, siamo andati a leggere il rapporto in questione. Si tratta di un incredibile esempio da scuola di manipolazione delle idee.
Innanzitutto la pretesa di imparzialità. “Nella elaborazione dei contenuti sono state considerate le fonti più qualificate e super partes, al fine di privilegiare al massimo la neutralità e l’obbiettività delle posizioni”, si legge nell’introduzione. E, a conferma dell’impostazione non di parte, si ringraziano per i contributi e i suggerimenti molti noti ambientalisti schierati su posizioni antinucleari.
Ovviamente, il testo è totalmente schierato sulle posizioni dei fautori dell’atomo senza alcuno spazio a posizioni critiche. C’è poi un curioso Comitato Guida di otto nomi, che vanno dall’Enel all’Edf (le società che hanno sponsorizzato l’iniziativa), dal deputato del Pdl, Maurizio Lupi, al giornalista Carlo Rossella. C’è anche Fatih Birol, capo economista della Iea che non sappiamo se fosse cosciente del senso di questa operazione mediatica.
Ma veniamo ai contenuti, in particolare gli aspetti economici così enfatizzati dai media. Nel rapporto si ragiona sugli effetti del cambiamento del mix produttivo proposto dal governo, con il nucleare al 25% entro il 2030. E’ evidente che per portare le nostre tariffe (più alte del 25% e oltre) sui livelli europei, il 25% da fonte nucleare non dovrebbe costare niente; anzi dovrebbe avere un prezzo negativo, considerando che nella tariffa elettrica si considerano anche i costi di trasmissione e distribuzione, le tasse, ecc.
Naturalmente il nucleare ha un costo, molto elevato e crescente. Nel rapporto si ipotizza un costo di produzione nucleare pari a 60 €/MWh, facendo riferimento ad una serie di studi, alcuni piuttosto vecchiotti. Se avessero adottato le ultime stime per i nuovi reattori previsti al 2020 contenute nell’Energy Outlook 2010 del governo statunitense, avrebbero constatato che l’elettricità nucleare viene considerata più costosa dell’eolico, del gas e del carbone. Nel 2020 il chilowattora nucleare viene stimato pari a 85 c€/kWh, quindi il 38% in più da quanto assunto nello studio che chiameremo Enel/Edf. Usando questo valore (in realtà circolano stime anche più alte), il nucleare porterebbe quindi ad un aumento e non ad una diminuzione delle nostre bollette.
Ma c’è di più nella fantasiosa relazione. Questo risparmio fittizio (abbiamo visto che in realtà si tratta di un aggravio sulle bollette), viene poi `moltiplicato per quattro’ per considerare i benefici che la riduzione dei costi garantirebbe al sistema paese, arrivando agli 11 miliardi di euro di cui si parla nella Stampa.
Dunque una spregiudicata campagna di marketing che offusca una realtà in forte difficoltà, come evidenziato dal rapporto dell’ex presidente Edf, Francois Roussely, consegnato a luglio a Sarkozy (Qualenergia.it, Nucleare, i problemi di Francia e Stati Uniti) o dalle continue richieste di incentivi pubblici che vengono dalle utilities statunitesi.
Se infatti il nucleare fosse così conveniente, che necessità ci sarebbe di aiuti governativi? Del resto nello stesso rapporto Ambrosetti è inserito un capitolo che pudicamente è titolato “Le possibili garanzie per gli investimenti in campo nucleare” che indica alcune facilitazioni per le aziende che si avventurassero in questo comparto. Mancano peraltro nel capitolo in questione altri importanti aiuti che si stanno mettendo a punto in Italia, come la priorità di dispacciamento (analogamente alle rinnovabili) dell’elettricità atomica generata. Ma se sono così convinti che sia più economica perché si sono cautelati con questo diritto di priorità rispetto alla elettricità prodotta con altre fonti?
Insomma, ci troviamo di fronte ad un caso da manuale di informazione di parte che ha l’aggravante di pretendere di essere super partes; uno studio lautamente finanziato dalle aziende del settore e che dovrebbe essere seguito da una poderosa campagna mediatica governativa per spiegare agli italiani come il nucleare sia sicuro, poco costoso e necessario per il paese.
Gianni Silvestrini
(direttore scientifico di QualEnergia e Kyoto Club)
settembre 14, 2010 |
Wi-fi minaccia la salute dell’uomo |
Il Wi-fi minaccia la salute dell’uomo: frequenze radio alterano regolazione
genica
Wi-fi, WiMax, bluetooth: nuove tecnologie, gioie e dolori. E i dolori
sembrerebbero essere non da poco, se, come spiega Fiorenzo Marinelli,
ricercatore dell’IGM-CNR di Bologna, “gli effetti delle radiofrequenze sugli
organismi sono abbastanza ben documentati: si tratta di alterazioni del
metabolismo e soprattutto della sopravvivenza cellulare e della regolazione
genica”. Marinelli conduce esperimenti su cellule in coltura che vengono
esposte alle frequenze di lavoro dell’Umts (2200MHz), del Bluetooth
(2450MHz) e del Wi-Fi (2.437).
Le cellule, in condizioni normali, sono mantenute in vita da un
bilanciamento dell’espressione dei geni pro-apoptotici (che fanno morire le
cellule) e quelli pro-survival (che spingono le cellule a proliferare): le
frequenze studiate, spiega, “alterano questo bilanciamento”. Vuol dire che
“sregolano i geni che si occupano del ciclo cellulare: possono uccidere
cellule in buona salute o far sopravvivere quelle che diventano tumorali”.
Il nuovo studio – i cui contenuti verranno illustrati alla Camera il 24
settembre, nel corso di un incontro sulle ‘Nuove malattie ambientali’
organizzato dall’associazione Associazione per le Malattie da Intossicazione
Cronica e/o Ambientale (AMICA onlus) – non è ancora concluso. “Irradiando le
cellule in coltura con le frequenze del wi-fi che utilizziamo negli uffici
otteniamo alterazioni profonde della regolazione genica: abbiamo già
risultati in tal senso, che sono in via di ripetizione per conferma”.
Il fatto è, sottolinea, che “i problemi citati vengono indotti se il campo è
abbastanza potente. Ma oltre un anno di esperimenti ci indica che la potenza
non è il solo fattore determinante: la sregolazione dei geni non è data
tanto dalla potenza, quanto dall’informazione portata dalla pulsazione del
segnale. Quindi anche bassissime potenze possono avere effetti drammatici
sulle cellule”. Che fare, dunque, del wi-fi e del bluetooth? “Li metta via”.
07 settembre 2010
testo tratto da:
http://notizie.tiscali.it/articoli/scienza/10/09/wi-fi-minaccia-salute-uomo.
settembre 08, 2010 |
Comunicato di solidarietà alla Casa della Legalità |
Nei giorni scorsi sono arrivate nuove e pesanti indimidazioni al Presidente della Casa della Legalità Christian Abbondanza e ad altri attivisti che lo accompagnano quotidianamente nella sua battaglia per la Legalità e contro tutte le mafie.
Ancora una volta, purtroppo, le intimidazioni (leggi: minacce di morte) confermano quello che già si sapeva: la mafia è una montagna di merda (Cit. Peppino Impastato) e necessita di questi mezzi per tappare la bocca a chi fa l’interesse della collettività informando i cittadini e collaborando quotidianamente con le forze dell’ordine.
La Casa della Legalità raccoglie infatti testimonianze dirette e si occupa di fare segnalazioni agli organi competenti attraverso esposti documentati ed approfonditi, dando spesso una mano alle attività investigative e nel contempo informando i cittadini e le autorità attraverso il sito www.casadellalegalita.org.
Questa attività di denuncia coerente e chiara ha reso questa realtà invisa anche amolti politici ed amministratori locali che spesso sono stati colti con le “mani nel sacco“. Infatti La Casa della Legalità non ha avuto paura di denunciare, in maniera documentata, i costumi profondamente corrotti della nostra classe politica e anche di coloro che spesso si fanno paladini ipocritamente dell’antimafia. La mafia più pericolosa infatti non è quella che uccide ma quella dei “colletti bianchi” come amava chiamarla Paolo Borsellino.
Vogliamo esprimere con questo comunicato tutta la nostra solidarietà al Presidente della Casa della Legalità e a tutti coloro che si espongono in prima persona laddove altre persone chinerebbero il capo per paura o per disinteresse. Non siete soli: a noi non interessa far commemorare in maniera ipocrita un nuovo Peppino Impastato, a noi interessa averlo VIVO e contribuire a portare avanti questa battaglia per la legalità con tutti i mezzi a nostra disposizione.
Vogliamo inoltre ricordare che la realtà della Casa della Legalità è una ONLUS interamente autosostenuta dalle donazioni di chi crede che la lotta alla mafia sia un obbligo morale. Non accetta finanziamenti da istituzioni o da altri che non siano semplici cittadini per non essere in alcun modo ricattabile o controllabile.
Noi pensiamo che la risposta più “vera” che ogni cittadino può dare a questa ennesima intimidazione è sostenere direttamente, per esempio con una donazione, questa realtà (la donazione peraltro è deducibile fiscalmente). Per informazioni su come sostenere questa reltà fate riferimento direttamente al sito della Casa della Legalità.
Genova, 3 Settembre 2010
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settembre 02, 2010 |
Palazzo S.Giacomo e Villa Romana, vota i tuoi “luoghi del cuore” |
settembre 02, 2010 |
“Il Fai adotti palazzo San Giacomo” |
http://www.ravenna24ore.it/news/ravenna/russi/008965-fai-adotti-palazzo-san-giacomo
“Il Fai adotti palazzo San Giacomo”
La Lega Nord aderisce alla ‘battaglia’ del Clan-Destino
La Lega Nord di Russi ha annunciato di appoggiare l’iniziativa dell’associazione Clan-Destino, che ha inserito palazzo San Giacomo all’interno dell’iniziativa “ I luoghi del cuore “ organizzata dal Fai (Fondo Ambiente Italiano).
settembre 02, 2010 |
C’è un nuovo batterio resistente a tutto! |
Secondo un report pubblicato sul Lancet, una nuova mutazione che rende i batteri resistenti a quasi ogni antibiotico conosciuto per l’uomo si è diffusa sempre più nel subcontinente indiano ed è già “emigrata” sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti. Poiché la medicina moderna non può fare nulla per fermarlo, il “superbatterio” NDM-1 potrebbe facilmente diffondersi a livello globale.
L’NDM-1 (o New Delhi metallo-beta-lattamasi) è una mutazione genetica che protegge molti dei più comuni batteri nocivi come l’E. coli e la Klebsiella pneumoniae, con una resistenza agli antibiotici che può anche sopportare i carbapenemi, ovvero gli antibiotici utilizzati come ultima risorsa, quando più comuni farmaci oramai non hanno più effetto. Quel che è peggio è che il gene è stato trovato su plasmidi – piccoli pezzetti di DNA in grado di spostarsi facilmente tra i ceppi di batteri. I dettagli dello studio che ha monitorato la migrazione transcontinentale di questa mutazione sono descritti in questo articolo scritto da Tim Walsh per la rivista The Lancet Infectious Diseases.
Le parole che ha usato Walsh non sono per nulla rassicuranti (!!!) “Questa è potenzialmente la fine. Non ci sono antibiotici in cantiere che hanno attività contro gli Enterobacteriaceae con la mutazione NDM 1.”
La cosa preoccupante è che il gene è molto mobile e non ci sono proprio cure per sconfiggere i batteri con il gene mutato ed è quindi quasi impossibile rallentare la sua diffusione. Alternative agli antibiotici, come i batteriofagi potrebbero essere efficaci nel frenare la diffusione, ma nella pratica medica standard antibiotici sono il nostro modo di trattare le infezioni batteriche e, anche se un trattamento sperimentale è risultato essere efficace ci vorrà un bel po ‘ di tempo per farlo approvare.
Nell’articolo del New York Times (che sto usando come fonte per questo post) dicono che in realtà in giro ci sono molti batteri altamente resistenti (l’MRSA ad esempio), ed ogni volta che ne arriva uno nuovo sulla scena batterica, vengono immediatamente prospettate scene apocalittiche salvo poi, dopo qualche mese, rivedere il tutto e dire che c’è solo una minaccia ma che la situazione non è critica (è già successo 10 anni fa quando un batterio molto resistente si diffuse negli ospedali newyorkesi).
Anche io credo sia molto probabile che sia un tantino esagerato dire che non c’è più via di scampo e che moriremo tutti, ma vorrei vedere questa notizia sotto una prospettiva ancora differente. A differenza dell’influenza suina, la cui notizia è servita solo a vendere antibiotici, in questo caso un po’ di sano panico potrebbe contribuire a ridurre l’uso smodato di antibiotici ed infatti, stranamente, i grandi media sembra che non si siano accorti di questa ghiotta notizia.